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Sei fermi per droga a Vieste, Dda Bari: «Mafia foggiana priorità assoluta»

 
Redazione online

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Dal 2015 a oggi a Vieste ci sono stati quattordici delitti di sangue

Lunedì 27 Agosto 2018, 13:51

28 Agosto 2018, 12:38

«Per noi la mafia foggiana è una priorità assoluta». Lo hanno detto gli inquirenti della Dda di Bari presentando oggi in un incontro con i giornalisti i risultati di due diverse operazioni antimafia che nelle scorse settimane hanno portato al fermo di sei presunti componenti 'di spiccò della criminalità viestana. Dal 2015 ad oggi a Vieste ci sono stati 14 delitti di sangue e «queste carcerazioni - ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe - hanno probabilmente impedito altri omicidi».
Il 21 agosto la Polizia ha eseguito il fermo dei cugini Claudio e Giovanni Iannoli, di 42 e 32 anni, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga con l'aggravante mafiosa e detenzione di armi. I due cugini farebbero parte del gruppo criminale capeggiato dal pregiudicato Girolamo Perna, ex luogotenente del boss Angelo Notarangelo, ucciso in un agguato mafioso nel gennaio 2015. Tale gruppo criminale sarebbe da allora in guerra con una organizzazione rivale i cui esponenti sono stati arrestati in un altro blitz dei Carabinieri. Il 7 agosto scorso, infatti, sono stati fermati il 35enne Marco Raduano, suo nipote Liberantonio Azzarone, di 28 anni, il 55enne Luigi Troiano e suo figlio Gianluigi, di 25 anni.
Gli inquirenti hanno sottolineato come «la concorrenza spietata tra i due gruppi per il controllo del territorio, con pizzo imposto sugli imprenditori e lotte per la gestione dello spaccio» sia cominciata dopo l’omicidio del boss Notarangelo, dando vita ad «una lunga scia di sangue con 14 delitti di sangue, sei omicidi, otto tentati omicidi e una lupara bianca». «Negli ultimi anni diversi ministri dell’Interno hanno partecipato a riunioni in quel territorio - ha ricordato il procuratore aggiunto di Bari, coordinato della Dda, Francesco Giannella - a dimostrazione che la criminalità foggiana rappresenta una emergenza nazionale». «È una Capitanata insanguinata, in cui dobbiamo fare i conti con i morti ammazzati dalla mafia, - ha detto il pm della Dda di Bari, Giuseppe Gatti - con 300 omicidi in 30 anni, l’80 per cento dei quali irrisolti».
«Forte e chiara deve essere la risposta della squadra Stato per ripulire questi territori» ha detto il questore di Foggia, Mario Della Cioppa. «Il nostro lavoro sta minando le fondamenta delle organizzazioni criminali», ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Foggia, Marco Aquilio

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