FOGGIA - «Vi ringrazio per l’arresto di ieri», così Giovanni un bambino di 7 anni, con una telefonata al 112, dopo aver saputo della notizia del fermo del presunto autore dell’omicidio di Franca Marasco la tabaccaia uccisa il 28 agosto scorso a Foggia, ha voluto ringraziare i carabinieri. «Ieri pomeriggio al 112 è giunta la chiamata di un uomo che all’operatore affermava che il proprio figlio chiedeva di esprimere un proprio pensiero. E il piccolo Giovanni in poche parole ha commosso tutti», ha raccontato il comandante provinciale dell’arma dei carabinieri colonnello Michele Miulli, in una conferenza stampa negli uffici del comando provinciale a Foggia alla presenza anche del piccolo.
Era presente anche il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, che si è congratulato con l’arma dei carabinieri «che in pochissimo tempo è arrivata a quella che per noi è la soluzione del caso, ma non dobbiamo dimenticare le difficoltà riscontrate «Per l’omicidio della donna, uccisa durante una rapina nella sua tabaccheria, ieri è stato fermato Massli Redouane di 43 anni, accusato di omicidio e rapina aggravata.
«Insisto da tempo sulla necessità di incrementare le videocamere pubbliche e private - ha ribadito Vaccaro - , le uniche che hanno consentito di arrivare all’individuazione del presunto colpevole , sollecitando anche l’attenzione delle associazioni di categoria sulla installazione presso gli esercizi commerciali delle videocamere». «Foggia è una città insicura - ha aggiunto - poco illuminata soprattutto in alcune zone e questo determina la difficoltà nel reprimere reati anche minori come i furti di auto. Questo alimenta ancor più l'assenza di collaborazione da parte dei cittadini. C'è necessità di potenziare il sistema di videosorveglianza pubblico e privato».
«È stato un enorme lavoro di elaborazione e visione delle immagini di videosorveglianza. 50 ore di riprese per 25 telecamere acquisite, la maggior parte private «, ha precisato il comandante Miulli, affiancato dal colonnello Giuseppe Vecchia, da tre anni alla guida del reparto operativo e in procinto di lasciare per un nuovo incarico.
PRESUNTO OMICIDA IN ISOLAMENTO IN CARCERE
E’ in isolamento da ieri pomeriggio in una cella del carcere di Foggia Redouane Moslli, il cittadino marocchino di 43 anni accusato di omicidio, rapina aggravata e porto illegale di armi nell’ambito del delitto di Franca Marasco, la titolare della tabaccheria uccisa la mattina del 28 agosto nella sua tabaccheria in via Marchese De Rosa a Foggia. Ne dà notizia il legale difensore, l’avvocato Nicola Totaro. L'uomo è anche video sorvegliato in carcere per evitare che possa compiere «gesti autolesionistici». A quanto si apprende, l'unico precedente arresto dell’uomo per rapina risalirebbe al 2015, e dopo la condanna a circa 3 anni di reclusione Moslli sarebbe uscito nel 2018 dal carcere di San Vittore a Milano.
FAMILIARI: «RISALIRE ALLA COMPLETA VERITA' DEI FATTI»
«Risalire alla completa verità dei fatti è l’unica arma per ricucire una ferita aperta per l’intera comunità foggiana e per dare speranza anche a colui che con la sua generosità è riuscito a commuovere coloro che hanno tratto in stato di fermo l’indiziato: un bambino di appena sette anni simbolo di una città che ha deciso di reagire». Lo dichiara in una nota Enrico Rando, legale dei familiari di Franca Marasco, la 72enne uccisa a Foggia lunedì scorso nella sua tabaccheria. Per l’omicidio della donna si trova in carcere da ieri il 43enne Massli Redouane, che ha confessato il delitto. «A seguito del fermo del presunto autore dell’omicidio, la sorella Rosa e la sua famiglia esprimono il loro plauso ed un sentito ringraziamento - prosegue il legale - alle istituzioni, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dauno e al comando provinciale dei carabinieri di Foggia per l’impegno profuso nelle indagini serrate che hanno consentito, in brevissimo tempo, l’individuazione del presunto colpevole del tragico fatto di sangue».
«Soddisfazione emerge inoltre dalle dichiarazioni apprese dalla stampa di una piena confessione del delitto da parte del fermato, mentre non poche perplessità - aggiunge - ed un certo sconcerto hanno colpito la famiglia Marasco nel leggere della sua 'gridata' volontà di non uccidere». Secondo il legale "quando le dichiarazioni dell’indagato, come nel caso specifico, sono contraddette dalla realtà oggettiva dei fatti, vanno considerate menzogne ed inutili tentativi di 'alleggerire la propria posizione' e come tale vanno intese».
L’avvocato della famiglia Marasco ritiene che «la violenza con cui è stata aggredita la povera Franca, l’efferatezza dell’omicidio, unitamente al numero dei fendenti con cui è stata colpita in parti vitali del suo corpo non lasciano dubbi sulla volontà di uccidere la 72enne, che per le sue condizioni fisiche e per la sua età non avrebbe potuto opporre notevole resistenza ad una rapina e alla fuga di chi le puntava un’arma».