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Anche i giudici di Bari, Foggia e Trani protestano contro la riforma del Csm

 
Redazione online (foto-video Maizzi)

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Le ragioni dello sciopero: il rischio di un carrierismo e la deriva di scelte aziendaliste

Lunedì 16 Maggio 2022, 13:36

21:35

FOGGIA - Anche i magistrati di Foggia hanno onorato la giornata di astensione proclamata per oggi dall'Associazione Nazionale magistrati, in vista dell’approvazione della riforma-Cartabia del Consiglio superiore della magistratura. Queste le ragioni dello sciopero così evidenziate durante l'incontro tenutosi presso l'aula assise di Palazzo di Giustizia: «Lo stop alla possibilità di cambiare “casacca” – da giudice a pm, e viceversa – per quattro volte. La magistratura è una grande famiglia, ma con una divisione interna. Da una parte ci sono i giudici, dall’altra i pm. Oggi sono possibili quattro passaggi. Dopo invece sarà possibile farlo solo una volta, e solo durante i primi dieci anni della carriera. Sarà possibile, invece, in qualsiasi momento, passare al civile. I giudici considerano la nuova regola un grave errore perché passando da una funzione all’altra anche più volte il giudice diventa più a tutto tondo. E comunque solo una legge costituzionale, secondo le toghe, può bloccare il passaggio. E non una legge ordinaria». 

Quasi il 75% dei magistrati di Foggia ha aderito all’astensione proclamata per oggi dall’Associazione Nazionale Magistrati. L'incontro dibattito ha visto la partecipazione della direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Foggia, prof.ssa Donatella Curtotti; del presidente delle Camere Civili, Avv. Corrado Aquilino; del presidente delle Camere Penali, Avv. Giulio Treggiari; del Presidente dell’ULP sezione di Foggia, Avv. Michele Di Carlo; del Sostituto procuratore di Palazzo di Giustizia di Foggia Roberta Bray.

Sciopero a Bari - Sono 216, sui 313 in servizio, i magistrati del distretto di Corte di Appello di Bari, che comprende Tribunali e Procure di Bari, Trani e Foggia, che oggi hanno aderito alla astensione dalle udienze proclamata dall’Anm in segno di protesta contro la riforma della Giustizia. Sono i dati definitivi sulla adesione all’astensione resi noti dalla giunta distrettuale barese dell’Associazione nazionale magistrati. La percentuale di adesione si attesta quindi poco sopra il 69% ed è la seconda a livello nazionale alle spalle di Bologna col 73%. Nel dettaglio, a Bari hanno aderito 116 magistrati, a Trani 27 e a Foggia 73 tra giudici e pubblici ministeri.

«L'avvocatura ritiene la riforma dell’ordinamento giudiziario un primo passo, valutandola con favore nella parte in cui essa ha recepito alcune istanze imprescindibili della categoria: su tutte, il voto nei Consigli Giudiziari dove, da sempre, avrebbe dovuto esprimersi la voce responsabile dell’avvocatura, compartecipe della giurisdizione». Lo dichiara la presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Serena Triggiani, che oggi ha partecipato all’assemblea organizzata anche nel capoluogo dall’Anm contro la riforma della Giustizia. «L'avvocatura, a tutti i suoi livelli, ha a cuore l'armonia in seno alla giurisdizione, vivendo con inquietudine ogni contrapposizione come quella attuale tra la politica e la magistratura - continua la presidente Triggiani - . Ogni riforma sul tema deve tendere alla tutela del cittadino, interesse primario da salvaguardare, risolvendo quelle inefficienze che rappresentano i reali problemi della giustizia, più volte evidenziati dall’avvocatura, dalle carenze di organico alle lungaggini dei processi». Per la presidente del foro barese "l'efficace comunione d’intenti tra magistratura e avvocatura nel distretto della Corte d’Appello di Bari, che negli ultimi anni ha contribuito a governare alcune importanti criticità (dall’emergenza Covid a quella riguardante l’edilizia giudiziaria) è - e sarà - il punto di forza del distretto barese per garantire il funzionamento della macchina della giustizia».

Giovani Avvocati a Bari: «Ma questa riforma garantisce la credibilità»

«L'efficienza prima del carrierismo, la giustizia sostanziale e non la giustizia sensazionalista, questa è la direzione in cui procede la riforma. E questa è l'unica direzione in grado di restituire credibilità, prestigio e sostenibilità alla giurisdizione ed al sistema giudiziario di cui l’avvocatura è protagonista». Lo dichiara il presidente nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, Francesco Paolo Perchinunno, a margine dell’assemblea organizzata anche a Bari dall’Anm contro la riforma della Giustizia. «La legge delega, frutto di un ampio dibattito politico, detta principi la cui direzione l’avvocatura tutta non può che condividere», dice Perchinunno citando i passaggi della legge relativi alla «effettiva partecipazione dell’avvocatura ai Consigli Giudiziari», alla «regolamentazione del distacco dei magistrati presso l’esecutivo», «all’inserimento di uno specifico illecito disciplinare a sanzionare la violazione dei divieti concernenti i rapporti tra organi requirenti e organi di informazione», e alla «valutazione del lavoro dei giudici a livello individuale e non a campione».

Per il presidente della Camera penale di Bari, Guglielmo Starace, «questa è una legge molto blanda, quasi timida, che non risolve il problema, ma che dà l’idea almeno di un legislatore attento». Per questo ritiene che «la protesta sia inopportuna, perché non è questo il modo di parlare con i cittadini. Se il magistrato per Costituzione deve essere soggetto alla legge - dice Starace - non può reagire nei confronti di chi la legge la deve fare e quindi è evidente non può arrivare al cittadino un messaggio del genere».

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