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Cgil a Foggia: «Basta ai ghetti a Borgo Mezzanone, la svolta coi fondi europei»

 
Redazione online (foto-video Maizzi)

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Il segretario regionale Gesmundo: «Andiamo oltre la vergogna sociale, con lavoro regolare e integrazione»

Mercoledì 13 Aprile 2022, 13:39

18:26

FOGGIA, 13 APR - «Noi dobbiamo provare a costruire le condizioni per cui chi lavora sui nostri territori abbia un luogo in cui poter vivere dignitosamente e verso i quali si possano applicare regole, leggi e contratti nazionali per garantire anche una vivibilità attraverso uno stipendio adeguato al lavoro che svolgono e insieme a questo costruire condizioni di sostegno sociale e integrazione insieme ai cittadini dei nostri territori». Lo ha detto il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo a margine della conferenza stampa organizzata con la Flai Cgil sull'ex pista di Borgo Mezzanone (Foggia) inserita tra i target della misura del Pnrr pensata per il superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli.


I fondi europei per Gesmundo devono essere «la svolta per Borgo Mezzanone». «Dobbiamo ragionare rispetto al superamento degli insediamenti illegali di questi ghetti che sono la vergogna del nostro territorio, dobbiamo provare a ragionare rispetto a un’integrazione vera di questi lavoratori nel tessuto sociale dei nostri territori». «Non si tratta di aggiustare Borgo Mezzanone ma di superarlo», ha proseguito, convinto che sia necessario «ragionare in termini di politiche sociali, di politiche occupazionali e di trasparenza nell’intermediazione del lavoro e bisogna ragionare in termini di trasporto legale, non quello che registriamo tutti i giorni in questi territori dove poi avvengono incidenti mortali che certifichiamo e del quale tutti quanti ci rammarichiamo». «Il tema vero è davvero il superamento di questa vergogna», ha concluso.

«Gli oltre 200 milioni stanziati dal Ministero del Lavoro a valere sulla “Missione 5 Integrazione e Coesione” del PNRR, per superare gli insediamenti abusivi degli operai agricoli, ben 100 milioni interessano la Puglia e di questi oltre la metà riguardano la pista di Borgo Mezzanone. Come si legge nel comunicato del Ministero l’intervento è parte di una strategia complessiva di lotta al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori. Un intervento che è in esecuzione del Piano strategico contro il caporalato in agricoltura varato nel 2020. Sempre nella nota ministeriale si legge come con successivi provvedimenti, in accordo con le Amministrazioni regionali e locali, saranno definite le procedure per l’assegnazione delle risorse e la presentazione dei progetti».

CGIL e FLAI vogliono ribadire «la necessità che questo intervento sia dentro quella visione strategica che mette assieme il richiamato piano triennale, la Legge 199 simbolicamente intitolata a Paola Clemente, quanto previsto nella Rete del lavoro agricolo di qualità, le progettualità già avviate sul territorio dalla Regione assieme alle amministrazioni locali, alla rete di associazioni, alla rappresentanza del mondo del lavoro. Così come vanno incrociate e integrate le misure di intervento, perché complesso è il piano di aggressione al potere radicato e storicizzato del caporalato in queste terre. Pensiamo alle risorse stanziate dalla Regione proprio per superare i ghetti così come per predisporre trasporti dedicati soprattutto nei periodi di massima presenza di manodopera legata alla ciclicità dei raccolti. Se non si aggrediscono assieme le fragilità che conferiscono spazio di azione al caporalato, se si pensa di risolvere solo con la questione accoglienza il tema e non intervenendo ad esempio anche sull’intermediazione tramite la rete pubblica di centri per l’impiego, non avremo ottenuto i risultati sperati».

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