BARI - Il nero è profondità, mistero e rivelazione, lutto e rinascita, oscurità e luce. Ma è anche il fuoco che devasta la natura, come diretta conseguenza delle condizioni ambientali e dell'azione dolosa dell'uomo. È questo il tema al centro di Esterofimia (capitolo II), la performance di Nico Angiuli che si è tenuta l'11 aprile nella sede dell’Alliance Française di Bari, durante la mostra Noir. Lo splendore del nero, a cura della prof.ssa e ricercatrice Giusy Petruzzelli.
Il tema degli incendi ambientali che stanno distruggendo grandi aree dell’Europa, dalla Grecia al Portogallo, è uno dei temi che sta attirando l'attenzione dell'artista pugliese Angiuli. La sua performance deriva dalla sua presenza nel 2024 in Grecia, nell’isola di Euboea. Esterofimia è la seconda parte in studio di quell'azione: in quella occasione l’artista “dialogò” con le piante pioniere nate dopo i gravi incendi che imperversano sull’isola da ormai dieci anni. Il titolo dell’azione deriva da due vocaboli greci, Estoros, dopo, Fími, famoso, che indicano l’eredità che si lascia alle future generazioni, esemplificata attraverso il modo di comportarsi di alcune piante.
Le piante cosiddette pioniere sono le prime specie vegetali a riabitare le aree incendiate, pioniere perché nascono e muoiono per alimentare e azotare il terreno e permettere al naturale di ripopolare i luoghi: il verbasco, la rosa canina, l’agnocasto, la mastica, sono alcune di esse. La partecipazione di Angiuli al progetto Noir si inscrive nella sua ricerca che indaga la capacità del naturale di rispondere a situazioni di stress improvviso e di come ciò sia significativo ed esemplare anche per la comunità degli umani. L’attività dell’artista si svolge su due fronti: sia la comunicazione sia la riparazione, perché l’arte possa essere a sua volta pioniera di buone pratiche.
Video girato dal Filmmaker Alessandro Rella