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Il progetto lo-fi sperimentale pugliese Meijic Inca pubblica l'omonimo primo album: un viaggio sonoro tra Bratislava, Torino e Fasano

 
Redazione online

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Tutto nasce dal cantante e chitarrista dei Moustache Prawn Leonardo Ostuni, un inno al «do it yourself»

Mercoledì 02 Aprile 2025, 11:09

Meijic Inca è il progetto lo-fi sperimentale del pugliese Leonardo Ostuni, cantante e chitarrista dei Moustache Prawn, tra le più apprezzate indie rock band italiane degli ultimi anni. Dopo 3 singoli pubblicati tra il 2019 e il 2022, è uscito per Dischi Uappissimi il suo omonimo album d’esordio registrato tra Bratislava, Torino e la sua terra natia: Fasano.

Un elogio al do it yourself e all’autoproduzione ispirato al lavoro di ricerca di artisti come Fred Neil, J.D. Salinger, Jonas Mekas, i fratelli Tsuge, Elephant 6, Yasuaki Shimizu e Ahmed Malek. Il tutto registrato, mixato e masterizzato dallo stesso Leonardo Ostuni, che racconta la genesi del disco con le seguenti (bellissime) parole:

Il disco è una raccolta di brani registrati in vari momenti della mia vita e che non mi sono mai deciso di completare, per un motivo o per l’altro. Forse perché non erano dei “singoli”, oppure erano registrati troppo male, cambiavo idea e finivo per dimenticarmene per passare ad altro. Risentendoli un giorno ho pensato di unirli e di farci un disco. Condividono lo stesso spirito. È un album di canzoni abbandonate. Un quaderno di appunti. Ho deciso di pubblicarlo così com’è, con tutte le sue imperfezioni, rattoppando dove mi è stato possibile. Alcune canzoni sono state registrate a Bratislava, dove ho vissuto per un po’, altre a Torino, dove vivo adesso, un’ altra ancora nella casa dei miei genitori, l’ultima. Risale a circa 12 anni fa. Si sente malissimo ma risentendola dopo tempo ho ritrovato qualcosa che non sono riuscito a ricreare, perché non sono più la stessa persona, è cambiata la voce, il tocco delle mani sulla chitarra, il modo di cantare, il rumore del paralume della lampada in cui incastravo un microfono da due soldi, ciò che stavo vivendo in quel momento. Non sarei mai riuscito a risuonarla con la stessa intenzione. Non ci riesco tutt’oggi. È come trovare una fotografia sbiadita nell’armadio e rifarla mettendosi nella stessa posa e gli stessi vestiti, con una macchina fotografica professionale. Lo stesso vale per gli altri brani. Sono per me come delle istantanee. Gli errori presenti un po’ ovunque sono parte integrante del racconto, elementi che non ho voluto eliminare. Mi piace l’idea che suoni come una vecchia audiocassetta rovinata dalla copertina anonima trovata in un cestino sott’acqua.

L’album d’esordio di Meijic Inca è disponibile solo ed esclusivamente su You Tube sotto forma di un’unica traccia, e nei prossimi mesi anche su musicassetta. Una strategia comunicativa non convenzionale, che può riportare alla mente l’operazione Cindy Lee, artista di culto che nel 2024 travolse la scena musicale indipendente con la pubblicazione dello splendido “Diamond Jubilee” (tutt’ora disponibile solo su You Tube, con oltre un milione e mezzo di streaming totali).

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