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Blumosso e le sue «Considerazioni sulla vita», la musica che racconta gioie e dolori di tutti

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Il cantautore salentino, all'anagrafe Simone Perrone, ha lanciato il nuovo singolo, un inno universale

Domenica 03 Novembre 2019, 09:00

Il suo ultimo singolo "Considerazioni sulla vita" è uscito lo scorso 20 settembre su tutte le piattaforme digitali, una canzone che racchiude una serie - appunto - di considerazioni e pensieri sull'esistenza, tra momenti belli, gioie, dolori, vittorie paure: è Blumosso, all'anagrafe Simone Perrone, cantautore salentino classe 1987 che negli anni ha già condiviso palchi importanti con artisti come Zucchero, Simone Cristicchi, Negramaro, Elio e le Storie Tese. L'ultimo album di Blumosso è stato pubblicato nel 2018, "In un baule di personalità multiple", e racchiude sonorità più indie insieme a una forte impronta di cantautorato. L'abbiamo intervistato per scoprire qualcosa in più sui suoi nuovi progetti.

Partiamo dall'attualità: sei fresco di terzo posto al Premio Lucio Dalla, a Roma...

«È stata una bellissima esperienza. Mi sono iscritto dopo aver letto un'inserzione online, siamo partiti in 50 il primo giorno, tutti con un brano inedito, e poi sono arrivato in finale e ho conquistato il terzo posto. Ora sto lavorando per partecipare ad altri contest, per far ascoltare la mia musica il più possibile. Perché è vero che siamo saturi di musica, ma in realtà ne vogliamo sempre di più. E infatti a breve uscirà un altro singolo, che porterà, più in là, alla realizzazione di un EP»

Ti stanno arrivando tanti bei feedback da «Considerazioni sulla vita»

«Sicuramente c'è una crescita rispetto all'album precedente, era quello che speravo. Tanta gente in più ha iniziato a seguire il progetto, a recuperare i miei lavori passati, ad ascoltare il disco vecchio. Mi fanno piacere i complimenti sulla scrittura perché c'è sincerità, non sto mai a studiare se una cosa può funzionare o meno, sono lontano dal linguaggio giovanile che oggi va tanto in voga. «Considerazioni sulla vita» la proponevo già dal vivo, e aveva avuto un bel riscontro nonostante il testo sicuramente non moderno. Quindi insieme a Matteo Bemolle, tastierista, l'ho arrangiata, e poi l'ho suonata in studio anche con RafQu, chitarra, e Roberto Fedele, batteria. Nonostante sia un progetto del tutto indipendente, anche su Spotify sta andando benissimo»

Questo linguaggio che usi è molto vicino allo storico cantautorato italiano

«Una delle cose a cui aspiro è che le persone riescano a immedesimarsi nelle mie storie. È quello che è successo con «Considerazioni sulla vita», racconto cose che posso succedere a chiunque, il ritornello si apre con un dilemma che una volta nella vita tutti ci poniamo: "Chissà se morirò da giovane o da vecchio". Penso che la forza del linguaggio sia proprio quella, che le persone si rispecchiano in quello che dico»

Nei tuoi video, anche in quest'ultimo realizzato dal cartoonista Hermes Mangialardo, c'è sempre un concetto di continuità

«È un po' una mia mania, non mi piace lavorare per "pezzi" singoli. L'ultimo disco era un concept, aveva un suo tema che legava i vari brani, oggi nei video la continuità la do con questo personaggio animato, che mi somiglia un po', Blumosso, idea mia e di Matteo Bemolle. Per non annoiare, poi, lo proponiamo in vari stili. In «Considerazioni» fa un viaggio che rappresenta un po' la vita, i suoi incontri, le perdite e le conquiste. Una metafora»

Suoni da tanti anni e hai una grande esperienza di palco: nel Salento si creano spesso sinergie fra i vari musicisti, pur essendo quello della musica un mondo spesso contaminato dalla competizione. Come vivi queste dinamiche?

«Sono gran promotore della collaborazione fra artisti, in Salento si è creata quasi una specie di famiglia, usciamo insieme, cantiamo, non esistono gare o invidie. L'unica cosa che penso è che non dobbiamo restare fossilizzati nel nostro mondo, nella nostra comfort zone. Il Salento ha quasi tutto, è solo geograficamente lontano: artisticamente abbiamo patrimoni stupendi, tanti talenti diversi. Siamo un po' lontani, ma fortunati»

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