La Procura di Taranto ha chiesto una proroga delle indagini sul presunto raggiro che gli allora vertici di Acciaierie d’Italia avrebbero compiuto sulle quote di CO2. Una presunta truffa che avrebbe falsato i parametri del sistema europeo di scambio delle emissioni.
Acciaierie d’Italia – questa l’ipotesi – avrebbe comunicato dati non veritieri relativi ai consumi di materie prime e alla produzione del 2022. Una manovra che avrebbe alterato i valori di riferimento per ottenere un numero più alto di quote di CO2 gratuite per l’anno successivo, aggirando così i meccanismi del sistema Ets (Emission Trading System) istituito dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di gas serra.
L’inchiesta, esplosa ad aprile 2024 con una serie di perquisizioni condotte dalla Guardia di Finanza tra Taranto, Bari, Milano, Monza e Modena, vede già dieci indagati tra cui l’ex ad Lucia Morselli. Oltre alla truffa aggravata, il fascicolo comprende ipotesi di reato che vanno dall’associazione per delinquere al disastro ambientale, fino all’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.