E’ da rifare un pezzo del processo a Martino Tamburrano, l’ex presidente della Provincia di Taranto, condannato in primo grado nel novembre 2022 a 9 anni e 6 mesi con l’accusa di aver autorizzato l’ampliamento della discarica «La Torre Caprarica» di Grottaglie in cambio di tangenti e favori. Lo ha stabilito la Corte d’appello di Taranto, che ha accolto un’eccezione dei difensori e ha riconosciuto la nullità del decreto che ha disposto il giudizio in relazione all’accusa di corruzione. Quella principale emersa dalle indagini della Finanza sfociate nel procedimento "T-Rex".
La stessa eccezione era già stata respinta in primo grado. La Corte d’appello ha invece riconosciuto che a fronte della modifica dei capi di imputazione avvenuta dopo l’ordinanza bene, la richiesta del giudizio immediato avanzata dal pm doveva essere preceduta da interrogatorio. L’annullamento oltre che Tamburrano (difeso dagli avvocati Carlo Raffo e Beppe Modesti) riguarda anche la condanna a 7 anni per il dirigente della Provincia Lorenzo Natile (difeso dagli avvocati Claudio Petrone e Daniele D'Elia), a 9 anni per l’imprenditore Pasquale Lonoce (assistito dagli avvocati Mauro Petrarulo e Michele Laforgia) e a 8 anni per il manager Roberto Natalino Venuti (difeso dall'avvocato Giuseppe Alamia).
Il processo in Appello proseguirà in relazione alle altre imputazioni, corruzione e turbata libertà degli incanti, contestate a Tamburrano e Pasquale Lonoce per l’appalto del servizio integrato di igiene urbana e ambientale del Comune di Sava e per l’affidamento diretto dei lavori urgenti in favore di due società amministrate riconducibili a Lonoce.