Sabato 06 Settembre 2025 | 12:00

Taranto, parla il candidato sindaco Tacente: «Tre progetti per il nodo dei parcheggi e l’isola sarà segno del cambiamento»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, parla il candidato sindaco Tacente: «Tre progetti per il nodo dei parcheggi e l’isola sarà segno del cambiamento»

Esponente del Terzo Polo: «I servizi comunali saranno tutti pubblici»

Mercoledì 21 Maggio 2025, 12:26

Francesco Tacente, avvocato, tarantino, candidato sindaco del cosiddetto Terzo Polo. Se dovesse vincere le elezioni, cosa farebbe nei primi 100 giorni? Indichi, solo per titoli, i tre principali temi su cui concentrerebbe la prima fase della sua azione amministrativa

«Il primo sarà quello di affrontare la vertenza e risolverla degli asili nido che coinvolge gli educatori, i dipendenti dell'apparto, mi riferisco a quelle dell'igiene, delle mense, ma soprattutto le 450 famiglie che affidano con fiducia i loro figli a queste strutture. L'offerta educativa deve essere pubblica, di eccellenza e quindi siamo contrari all'esternalizzazione del servizio. Poi dobbiamo intercettare dei fondi: Taranto sarà destinatria di milioni di euro di finanziamenti per far ripartire il cantiere di Palazzo degli Uffici: vogliamo passare da un'idea di rassegnazione a una idea di rinascita con la ripartenza di questi lavori. Il terzo riguarda la differenziata...»

E allora le faccio subito la prossima domanda: la raccolta differenziata dei rifiuti va fatta “senza se e senza ma” oppure per lei si potrebbe anche tornare indietro eliminando il sistema del “porta a porta”?

«È un tema caro alla nostra coalizione: pulizia e decoro non sono un lusso, ma rappresentano la dignità della qualità di vita del cittadino. La raccolta differenziata innanzitutto deve essere incentivata con una sensibilizzazione e informazione dei cittadini, specialmente nei confronti dei più giovani. Vogliamo ridurre l'indifferenziato per avere un risparmio di spesa da destinare al decoro urbano, aumentare il verde pubblico e riattivare la pulizia notturna delle strade. Per quanto riguarda il servizio “porta a porta” credo che sia necessario adeguarlo a seconda dei quartieri».

È favorevole o no l'ingresso di privati in Amat o Amiu?

«Credo nella visione pubblica con un efficientamento sia dal punto di vista gestionale che economico-finanziario delle aziende pubbliche».

Dopo il giuramento, se eletto, a proposito della questione-asili nido, dovrà affrontare un’autentica corsa contro il tempo. Avrà davanti a sé un bivio: ruolo pubblico o privatizzazione delle strutture. Che strada prenderà e con quali risorse?

«Come le ho detto io sono per mantenere i servizi pubblici».

I parcheggi, soprattutto nel Borgo, sono molto carenti. Quali sono le sue proposte per aumentarli? E sempre per quel che riguarda la viabilità, ad esempio, sarebbe favorevole o contrario all’istituzione di una Zona a traffico limitato in centro, peraltro prevista dal Piano urbano sulla mobilità sostenibile (Pums)?

«Partiamo dal presupposto che la mobilità deve essere sostenibile. Dobbiamo mettere in esecuzione le Brt: il Comune deve essere da stimolo per gli uffici competenti e “mettere a terra” queste opere che rivoluzioneranno gli spostamenti. Si potrà andare da Paolo VI a Cimino o da Talsano a Tamburi in 30 o 35 minuti, quindi cambierà il concetto di mobilità. Sui parcheggi abbiamo un'idea già precisa con l'organizzazione di un parcheggio nella Caserma Mezzacapo, previo accordo con la Marina Militare, che avrà due uscite: una in via Di Palma, agli ex baraccamenti Cattolica, l'altra in via Principe Amedeo che sarà destinataria di una fermata delle Brt. Un altro parcheggio è stato finanziato nell'area sottostante la Villa Peripato: stimolerò gli uffici e l'assessorato competenti a progettare ed eseguire quest'opera per dotare Taranto di un servizio indispensabile. E infine abbiamo già identificato un palazzo del Demanio nel Borgo Umbertino per realizzare un silos: tutto questo per una maggiore attenzione al cittadino e alla sua qualità di vita. La Ztl è già prevista, bisognerà vedere però come impattano questi nuovi parcheggi e le Brt: è un'ipotesi da studiare come extrema ratio».

Prima dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale, il professor Karrer aveva avviato la fase preliminare all’adozione del nuovo Piano urbanistico generale del Comune di Taranto. Se dovesse essere eletto, quali nuove indicazioni darebbe?

«Il lavoro deve essere ripreso valorizzando ciò che di importante è stato tracciato per dare stimolo affinché si concludano tutte le fasi. Le due linee direttrici sono quella di consumare meno suolo pubblico e di riconnettere le periferie al centro».

E rispetto al Comparto 32? Favorevole o contrario a nuove costruzioni?

«Anche qui bisogna consumare meno suolo possibile e quindi solo i servizi ritenuti necessari per mettere in connessione l'ospedale San Cataldo che doteràTaranto non solo di un'offerta sanitaria di eccellenza ma di nuovi posti di lavoro per medici, infermieri e Oss».

Capitolo Ilva, risposta multipla: fabbrica aperta, chiusa o fabbrica più piccola, ma senza l’area a caldo?

«L'incidente del 7 maggio, sia per i risvolti ambientali che per la sicurezza dei lavoratori, e la lettera dell'Ue, hanno riportato un clima di incertezza e quindi la risposta meriterebbe un ragionamento più ampio. Il sindaco ha una competenza specifica che è quella della massima autorità sanitaria, non decide per la continuità o meno della produzione. Se si dovesse decidere per la continuità produttiva ci sono due limiti che per noi sono non superabili: la decarbonizzazione e della Valutazione di Impatto Sanitario. Taranto è una città ferita che ha già pagato un prezzo alto e bisogna riportare l'attenzione su ambiente e salute che per noi è di primaria importanza».

La Città vecchia come la immagina?

«Come un volano di bellezza e di sviluppo delle attività imprenditoriali, soprattutto nel settore terziario. Pensiamo alla valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico, culturale: abbiamo immaginato di valorizzare tutti quei siti e metterli in connessione perchè rappresentano la nostra prima vetrina. Penso alle chiese della città vecchia, al castello aragonese, al museo archeologico di Taranto. Abbiamo immaginato di far riscoprire meglio e di più gli ipogei ai tarantini, di creare delle passeggiate culturali per far conoscere ai tarantini ma soprattutto ai tanti visitatori che ci verranno a trovare, le personalità illustri che sono collegate a Taranto: Archita, ma anche Ungaretti, Aldo Moro, Alda Merini, Giovanni Paisiello. In questa maniera noi renderemo la città vecchia veramente un volano e rappresenterà il cambio di paradigma per Taranto: da città inquinata a città di cultura, turismo. Ma anche una città universitaria perché all'interno della città vecchia verranno valorizzati tutti i servizi connessi all'ateneo che prima di avere un'autonomia universitaria deve essere potenziato. E soprattutto bisogna ascoltare chi vive nell'isola: riappropriarsi di quel rapporto fiduciario e di collaborazione. Per troppo tempo è stata abbandonata a una situazione di degrado, senza servizi e oggi serve un'inversione di rotta».

Tra poco più di un anno, Taranto sarà la capitale dei Giochi del Mediterraneo. A manifestazione finita, quale modello di gestione immagina per gli impianti sportivi che sono in corso di riqualificazione o realizzazione (Stadio del nuoto)? Secondo lei, dovrebbe vedersela interamente il Comune, il Municipio dovrebbe cedere tutto nelle mani dei privati oppure l’Amministrazione comunale potrebbe chiamare in causa le federazioni sportive nazionali delle varie discipline (atletica, nuoto, canottaggio ed altre)?

«Erediteremo un patrimonio infrastrutturale molto importante, si parla di oltre 150-200 milioni di euro e questi impianti devono essere a gestione pubblica, magari con convenzioni a federazioni nazionali e internazionali o enti militari, ma non solo. Questo patrimonio deve essere messo a disposizione della cittadinanza, non solo dello sport agonistico: contiamo su enti di promozioni, associazioni dello sport di base che rappresentano un valore aggiunto per la città. Lo sport deve essere una forma mentis: chi fa sport ha rispetto delle regole e dell'avversario. E poi pensi al valore di inclusione sociale che si può raggiungere con lo sport. Il mio è un modello di convenzione con enti militari e federazioni: pensiamo alla pista di canottaggio che si sviluppa dalla Subfor e arriva Cimino e sarà una delle più grandi sicuramente nel Mediterraneo e forse anche in Europa e dovrà essere gestita da una federazione importante come quella della Canoa. In questa maniera noi avremo un doppio effetto quello di far conoscere la nostra città a livello nazionale e internazionale perché si entrerà in un circuito di gare, di allenamenti e poi sarà una forza di sviluppo di attività economiche perché si riverseranno migliaia di sportivi per tutto l'anno».

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