Sarà la Direzione distrettuale Antimafia di Lecce a riformulare le accuse nei confronti del professore salentino accusato di violenza sessuale su una sua studentessa tarantina, minorenne all'epoca dei fatti e affetta da disabilità psichica. Al termine del processo con rito abbreviato è stata la giudice Alessandra Rita Romano a emettere il verdetto nel pomeriggio di ieri trasferendo gli atti alla Dda competente sui reati di pedopornografia. L'uomo infatti, oltre alle accuse di violenza sessuale su minore, deve difendersi anche dall'accusa di aver costretto la ragazzina a inviargli foto che la ritraevano senza veli.
Al termine del processo con rito abbreviato la procura aveva chiesto la condanna a 4 anni e 1 mese per il docente, ma ora sarà il tribunale di Lecce a dover valutare le accuse.
L'inchiesta condotta dagli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal vicequestore Luigi Vessio e coordinati dal sostituto procuratore Marzia Castiglia, ha preso il via dalla denuncia presentata dalla dirigente scolastica e da una professoressa: raccolte le confidenze della ragazza, le due insegnanti di una scuola della provincia di Taranto, hanno deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria. In quei mesi, le indagini si sono concentrate sull’acquisizione di elementi che dimostrassero come la relazione tra i due fosse in realtà sbilanciata per via dell’inesperienza della studentessa, per la natura stessa del rapporto studente-docente, per la condizione di disabilità psichica della ragazza (diagnosticata in epoca successiva agli avvenimenti) e per l’insistenza che il 50enne avrebbe esercitato sull’allieva...