Lunedì 20 Ottobre 2025 | 09:30

Taranto, contratti «fantasma» per luce e gas: la procura chiede il processo per 16 persone

Taranto, contratti «fantasma» per luce e gas: la procura chiede il processo per 16 persone

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, contratti «fantasma» per luce e gas: la procura chiede il processo per 16 persone

Accusate a vario titolo di truffa e tra queste quattro che devono difendersi dall'accusa di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere per frodare la multinazionale di fornitura energetica Iberdola

Lunedì 20 Ottobre 2025, 05:29

Per incassare le provvigioni simulavano centinaia di contratti fasulli per la fornitura di luce, gas e telefono. Ora, però, rischiano di finire tutti a processo. È stato il pubblico ministero Filomena Di Tursi a chiedere infatti il rinvio a giudizio per 16 persone accusate a vario titolo di truffa e tra queste quattro che devono difendersi dall'accusa di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere per frodare la multinazionale di fornitura energetica Iberdola.

Si tratta di Domenico Boffetti, 67enne tarantino, Maria tocci 31enne di Statte, il 51enne leccese Paolo Zilli e il 60enne tarantino Donato Spezzacatena. Boffetti e Tocci hanno rivestito tra il 2019 e il 2022 il ruolo di amministratori unici della società «Onepoint Group Srl», Zilli invece quello di direttore commerciale della società e formatore degli agenti venditori e infine Spezzacatena quello di amministratore di fatto di una subagenzia di rappresentanti di prodotti energetici: per l'accusa la Onepoint Group, grazie ad un contratto che le consentiva di vendere forniture energetiche della Iberdrola in tutto il territorio nazionale, accreditava agenti venditori per procacciare nuovi contratti: dalle ricerche, però, quasi 200 contratti erano intestate a soggetti privati o a società che non avevano mai sottoscritto l'accordo. Un sistema che nel tempo avrebbe consentito, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, di incassare provvigioni non dovute per 37 mila euro.

Dopo la chiusura delle indagini preliminari, la procura ha chiesto alcuni mesi fa che sia un processo a fare luce sulle eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti nell'inchiesta: gli imputati dovranno provare a fornire elementi che scalfscano l'ipotesi accusatoria per evitare una condanna.

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