TARANTO - Sono definitive le pene nei confronti del clan Agosta. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che rigettato i ricorsi della difesa dei principali imputati coinvolti nell’inchiesta «Taros» della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce su un’organizzazione di stampo mafiosa che aveva operato a Pulsano e anche in altri comuni della provincia ionica.
L’inchiesta dei carabinieri del Reparto Operativo di Taranto coordinata dal pubblico ministero Milto De Nozza aveva scoperchiato i traffici illeciti del gruppo criminale capeggiato, secondo l’antimafia, da Maurizio Agosta: condannato in primo e secondo grado a 20 anni di carcere è ritenuto la figura apicale della frangia mafiosa che operava anche a Leporano. Il gruppo, secondo gli inquirenti, si era separato dal clan di Francesco Locorotondo, «mammasantissima» e aveva continuato a gestire in autonomia «una sene indeterminata di delitti» come il traffico di sostanze stupefacenti, il racket delle estorsioni, il traffico di armi e lo scambio elettorale politico mafioso che ora deve essere rivalutato...
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