Sabato 06 Settembre 2025 | 15:17

«Il Governo riporta l’ex Ilva al Novecento»: il Pd discute sul futuro della fabbrica di Taranto

 
Valentina Castellaneta

Reporter:

Valentina Castellaneta

«Il Governo riporta l’ex Ilva al Novecento»: il Pd discute sul futuro della fabbrica di Taranto

Per il segretario regionale del Pd pugliese, Domenico De Santis, sulla questione decarbonizzazione dello stabilimento tarantino dell’ex Ilva, non si può fare nessun passo indietro

Martedì 05 Novembre 2024, 09:28

TARANTO - «Taranto non può tornare indietro. La scelta del governo nazionale fa ritornare la produzione al Novecento». Per il segretario regionale del Pd pugliese, Domenico De Santis, sulla questione decarbonizzazione dello stabilimento tarantino dell’ex Ilva, non si può fare nessun passo indietro. Un punto su cui è d’accordo anche il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture del Partito Democratico, che ieri è stato a Taranto per visitare la fabbrica di Leonardo, i lavoratori della Hiab di Statte e soprattutto per prendere parte alla direzione provinciale del Partito democratico, in cui si è discusso della vertenza Ilva con i vertici nazionali e regionali.

«Bisogna costruire – ha detto - delle alternative ed è un lavoro che va fatto comunque, a prescindere da quello che sarà l’esito della vicenda dell’ex Ilva».

Durante l’incontro sono state ascoltate prima le organizzazioni sindacali e poi le associazioni e i movimenti ambientalisti cittadini. «Come Partito democratico – ha spiegato - da tempo abbiamo attivato un tavolo nazionale sulla siderurgia che sta seguendo con la massima attenzione la vicenda della ex Ilva e in particolare di Taranto».

Per il Pd ci sono delle priorità urgenti riguardo allo stabilimento tarantino di cui è necessario discutere subito. «C’è da capire – ha detto - quale sarà il destino di questo apparato produttivo. Noi riteniamo che vada individuato un partner industriale stabile e possibilmente più affidabile dei pretendenti, ma insieme ad una presenza diretta dello Stato che possa essere garanzia per il territorio e per i lavoratori. Su questo punto di vista il Governo ha una posizione che noi non condividiamo». Un no netto, insomma, all’idea del ministro Adolfo Urso, che non vorrebbe una partecipazione pubblica nella compagine azionaria che rileverà ex Ilva e che preferisce esercitare il cosiddetto golden power. «È una soluzione molto più debole – ha detto Misiani – perché non permette di incidere direttamente sulle scelte gestionali. Noi continuiamo a ritenere che la presenza diretta dello Stato sia assolutamente indispensabile a garanzia dei territori, dei lavoratori, ma anche delle prospettive industriali dell’azienda».

Un’altra priorità per il Partito democratico è riavviare da subito il processo di decarbonizzazione della produzione. «È cruciale – sostiene il senatore Pd - dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della tutela della salute, ma a questo punto è decisivo anche per la sostenibilità economica di un impianto alla luce delle normative europee. Normative che renderanno sempre meno possibile economicamente la produzione a ciclo integrale, perché il meccanismo delle Ets (mercato delle emissioni di CO2) è cambiato e penalizzerà la produzione a contenuto carbonico».

Il punto più urgente è la costruzione di alternative economiche e occupazionali del territorio. «I governi precedenti – ha spiegato Misiani - hanno stanziato centinaia di milioni di euro per il territorio di Taranto, c’è un contratto istituzionale, un Cis, che però non si riunisce da troppo tempo. Noi incalzeremo il Governo perché i progetti di cui si parla da così tanto tempo vengano messi a terra, queste risorse devono essere utilizzate».

Riguardo alle manifestazioni d’interesse, la linea del partito è chiara. «L’accelerazione – ha detto il deputato Ubaldo Pagano - sulla gara per la vendita ai privati ci lascia basiti. E su questo la vogliamo dire chiara: delle offerte giunte, solo 3 sono per l’intero Gruppo, mentre le altre vogliono lo spezzatino e siamo contrari senza alcun dubbio. Manca - ha concluso - un chiaro disegno industriale per cui serve una valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale, sui vari scenari produttivi, fatta da organismi statali indipendenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)