TARANTO - Non sono soltanto i sindacati a nutrire dubbi sul futuro dell’ex Ilva e sull’azione di Governo e commissari straordinari. Anche tra gli imprenditori c’è malcontento rispetto a quanto sta emergendo rispetto al recupero delle forniture non pagate da Acciaierie d’Italia. L’ufficio acquisti di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha scritto nei giorni scorsi alle imprese dell’indotto che vantano complessivamente crediti per oltre 120 milioni di euro maturati nella precedente gestione dello stabilimento siderurgico, proponendo il pagamento del 70 per cento degli importi dovuti in cambio della rinuncia al 30%. Ora si apprende che l’accordo di stralcio tra il creditore e Acciaierie d’Italia in As non è obbligatoriamente subordinato alla contestuale o successiva cessione del credito a Sace o ad altro intermediario ma è fortemente consigliata per evitare rischi derivanti da possibili diverse evoluzioni della procedura di amministrazione straordinaria e siccome tale accordo ha un costo economico valutabile nel 12-13% dell’importo del credito ecco che alla fine le ditte dell’indotto rischiano concretamente di dover rinunciare a quasi la metà delle somme attese, con un danno economico così molto rilevante. Una situazione insomma molto complessa giacché alla rinuncia iniziale del 30% va aggiunto il costo dell’operazione Sace, rendendo l’operazione tutt’altro che economicamente conveniente come pure nei giorni scorsi è stata trionfalmente presentata dal Governo e da alcuni esponenti politici, senza considerare che le aziende dell’indotto sono reduci già dalle ingenti perdite subite nel 2015, ai tempi della prima amministrazione straordinaria. D’altronde in Adi, come attestato nella relazione dei commissari, ci sono oltre 500 milioni di crediti commerciali e dunque uno sforzo in più poteva essere fatto per pagare le aziende dell’indotto e non invece fare cassa sulle loro spalle.
Qualche risposta ai dubbi potrebbe arrivare dal ministro Urso, atteso domani a Taranto.
L’esponente del governo domani alle 15.30 in via Giuseppe Massari a Taranto (angolo Lungomare Vittorio Emanuele III, presso il Palazzo Poste Italiane) inaugurerà la Casa del Made in Italy. Questo presidio territoriale del Mimit, il primo in Puglia nell’ambito del progetto avviato in seguito all’approvazione della Legge quadro del Made in Italy, faciliterà un contatto diretto con le comunità locali, assicurando una connessione efficace tra le imprese e i cittadini del territorio con le direzioni generali centrali del Ministero. Nel corso dell’inaugurazione si terrà un punto stampa. Alle ore 20.30 il ministro Urso interverrà all’ex Batteria Cattaneo Gandoli di Leporano alla decima edizione della festa dell’USB-Unione Sindacale di Base.
Il segretario generale Fim Ferdinando Uliano intervenendo al tavolo sull'ex Ilva di Taranto che si è svolto ieri mattina a Palazzo Chigi ha detto: «registriamo le difficoltà illustrate dai commissari rispetto alla ripartenza produttiva che si sono rilevate molto più complicate del previsto, rispetto a questo comprendiamo la richiesta di cassa che necessariamente deve essere legata alla ripartenza degli impianti e all'andamento produttivo. Per noi è importante che anche il processo di formazione vada portato avanti parallelamente all’integrazione dell’ammortizzatore, questo valutando anche, non meno importante, gli impatti che l'andamento produttivo può avere sul sistema dell’indotto».