TARANTO - Appartiene a Spedito Carrieri il corpo dell’uomo ritrovato adagiato su uno scoglio, sul fiume Serio tra i Comuni di Gorle e Pedrengo, nel Bergamasco. Il 50enne aveva tenuto in apprensione la sua comunità di Martina Franca, dopo essere scomparso lo scorso 6 luglio. Conosciuto in città soprattutto per aver svolto l’attività di commerciante ambulante, le ricerche erano partite subito dopo la denuncia presentata dai familiari al Commissariato di Polizia. Immediatamente era scattato il protocollo di ricerca che aveva portato alla geolocalizzazione del suo telefono nel Comune di Bergamo. Una circostanza che veniva confermata anche dall’acquisto nominale di un biglietto Intercity notte Bari Milano e dall’analisi delle telecamere delle stazioni ferroviarie. Da subito era apparso evidente alle forze dell’ordine che si trattasse di un allontanamento volontario, fino a quando non è stato più possibile avere sue notizie, ovvero martedì 9 luglio, il giorno in cui il suo telefono non è stato più rintracciabile.
Incessante il lavoro di ricerca, in maniera approfondita e ininterrotta nel tentativo disperato di ottenere notizie del 50enne. La speranza si era accesa qualche giorno fa, grazie a una segnalazione (poi rivelatasi inesatta) di un uomo nelle sembianze e nella fisionomia riconducibile a Spedito Carrieri, avvistato durante la festa patronale di Maria Santissima dello Sterpeto e San Ruggero a Barletta. In realtà, però, è stato poi accertato che si trattava di un uomo di nazionalità rumena che somigliava a Spedito. Gli inquirenti non hanno mai perso di vista la zona di Bergamo, perché abbastanza convinti che quella era la pista da battere.
Tutto questo fino al ritrovamento del corpo di un uomo sullo scoglio del fiume, nella zona di Pedrengo. A segnalare il cadavere ai carabinieri della tenenza di Seriate era stata una persona di passaggio. I vigili del fuoco hanno trasportato il corpo a riva grazie a un gommone da rafting.
Dai primi accertamenti e grazie all’intuizione degli inquirenti pugliesi (costante l’interlocuzione tra i poliziotti di Martina Franca e i carabinieri della tenenza di Seriate e della compagnia di Bergamo), si è subito ipotizzato che quel corpo potesse appartenere a Spedito Carrieri. Nessun evidente segno di violenza, ma avanzato era lo stato di decomposizione, anche a causa della sua presenza in acqua da diversi giorni, motivo per cui non è stato possibile identificare subito con assoluta certezza l’identità del cadavere, che aveva indosso solo una camicia di colore chiaro, mentre i pantaloni quasi certamente erano stati portati via dalla corrente.
Nessun documento e null’altro che potesse fornire indizi preziosi per conoscere il nome del malcapitato. Sulla pelle però il segno inequivocabile di un tatuaggio sul torace sinistro raffigurante due pugni, uno più grande dell’altro, che si toccano, con la scritta «family» in basso, e un orecchino bucherellato ad anello sul lobo dell’orecchio sinistro. Segni particolari che hanno permesso di accertare l’identità del corpo, trasportato successivamente presso l’obitorio dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, su disposizione dell’autorità giudiziaria, per la successiva autopsia, i cui risultati forniranno indicazioni utili per risalire alle cause della morte. Si pensa a un gesto volontario da parte dell’uomo, compiuto pochi giorni dopo il suo allontanamento, forse quasi nelle immediatezze del suo arrivo a Bergamo. È evidente comunque come gli inquirenti non vogliano trascurare alcuna altra ipotesi e per questo le indagini sono ancora in corso.