Sabato 06 Settembre 2025 | 12:24

«Ilva, rimanga a Taranto il processo sui veleni»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

«Ilva, rimanga a Taranto il processo sui veleni»

Le richieste di pm e procuratore generale alla Corte d’assise d’appello. Il procedimento rischiadi andare a Potenza

Sabato 22 Giugno 2024, 05:00

TARANTO - «Menomale che il pm Mariano Buccoliero, dopo le consulenze che scagionavano l’Ilva, ha voluto vederci chiaro altrimenti qua avremmo valori ancora più alti di tumori. Perché di questo parliamo: di malattia e morte. Solo nel 2012, con le maxi perizie, abbiamo avuto certezza di cosa è stato fatto a questa povera sfortunata città. La Procura ha depositato documenti e analisi di enti come Arpa e Asl per raccontare il quadro della situazione. In questi anni la Corte europea dei Diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver sacrificato il diritto alla salute dei tarantini e l’Onu ha definito Taranto una zona di sacrificio».

Si è chiuso con queste parole l’intervento del pubblico ministero Raffaele Graziano che, insieme con la collega Giovanna Cannarile e con il procuratore generale Mario Barruffa, ieri mattina ha preso la parola per chiedere alla corte d’assise d’appello di rigettare le istanze formulate dai difensori degli imputati del processo d’appello Ambiente svenduto e che anche il secondo grado di giudizio del procedimento sulle emissioni velenose emesse dall’Ilva gestita dai Riva venga celebrato a Taranto.

Sono state infatti numerose le questioni preliminari sollevate dalle difese e tra queste anche il trasferimento del procedimento a Potenza per la presenza di magistrati come potenziali parti offese dai fumi dell’Ilva. Il pg Barruffa ha sostenuto che affinché non venga danneggiata l’imparzialità del processo, il codice prevede che debba esserci un «concreto pericolo di colleganza e frequentazione» tra il magistrato parte in causa e quello che dovrà decidere: un pericolo che nel caso del procedimento Ambiente Svenduto non esiste. Per la procura, infatti, è stata la Corte Costituzionale con una sentenza a spiegare che se un magistrato coinvolto nel procedimento ha cessato di appartenere all’ordine giudiziario «da un apprezzabile lasso di tempo» non c’è motivo per cui il giudizio venga avviato in un altro distretto...

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