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Taranto, l'Anfiteatro della capitale della Magna Grecia oggi è sotto il Mercato Coperto: «Uno studio per ridargli vita»

 
valentina castellaneta

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valentina castellaneta

Taranto, l'Anfiteatro della capitale della Magna Grecia oggi è sotto il Mercato Coperto: «Uno studio per ridargli vita»

Il consigliere comunale Gianni Liviano (La Città che vogliamo) sostiene l’appello dell’archeologo Francesco D’Andria

Mercoledì 29 Maggio 2024, 13:30

13:34

TARANTO - Ridare vita all’antico Anfiteatro è il progetto del consigliere comunale Gianni Liviano e del professor Francesco D’andria. «L’obiettivo – racconta Liviano – è tentare di comprendere in che stato si trova, se è recuperabile. L’idea è quella di avviare un fase di studio per capire meglio come è dislocato e in che condizioni sia. Una volta terminata questa fase bisognerà pensare se e come riportarlo alla luce».

L’Anfiteatro dell’antica capitale della Magna Grecia oggi è nascosto nel sottosuolo del Mercato Coperto. Le uniche prove della sua esistenza sono due muri reticolati, salvaguardati in un angolo del parcheggio, e il nome della strada, via Anfiteatro appunto. Nel loro appello alla cittadinanza Liviano e D’Andria sottolineano che l’edificio era già stato identificato da Luigi Viola alla fine dell’Ottocento. «Su questo argomento - scrivono - si sono espressi nomi prestigiosi dell’archeologia italiana ed europea, con la speranza di portare alla luce e valorizzare l’edificio sepolto».

Agli inizi del secolo scorso il Consiglio comunale di Taranto decise di costruire, sui resti dell’Anfiteatro Romano, il Mercato Coperto, che oggi, oltre ad ospitare uffici comunali, viene utilizzato come parcheggio. «Noi de “la Città che vogliamo” - racconta Liviano - abbiamo deciso di accogliere l’appello del professor D’Andria per una serie di ragioni. Prima di tutto credo che vadano aumentati gli attrattori turistici in città: il MArTa e il Castello da soli non possono reggere il processo di diversificazione economica verso un’industria del turismo. L’Anfiteatro credo che in prospettiva possa essere un attrattore interessante. Inoltre penso che possa raccontare un’identità culturale della città, perché ne narra la storia».

La petizione ha ricevuto tantissime firme, anche di personalità importanti. «Hanno firmato - sottolinea il consigliere comunale Demos - oltre 50 professori universitari degli Atenei di Bari, Lecce e Foggia, ma anche de La Sapienza, Ca’ Foscari di Venezia, la Normale di Pisa, Parigi, Budapest e tante autorità cittadine. Anche perché il professor D’Andria è un archeologo di grandissima autorevolezza». Dopo aver verificato lo stato dell’edificio magnogreco, per i promotori potrebbe diventare un punto focale della città come lo è l’anfiteatro per Lecce. «Si potrebbe - scrivono - attivare l’elaborazione di un progetto di restauro e la valorizzazione dell’Anfiteatro, che permetta di accedere ai finanziamenti europei e nazionali».

Ma è ancora presto, ora l’appello sarà inviato al Governo, alla Regione Puglia, all’autorità di gestione dei fondi europei, alla Soprintendenza, al Comune di Taranto, ma anche all’architetto Francesco Karrer, che sta studiando il Pug, Piano urbanistico generale della città. «Il fatto che – dice Liviano – sia alle prese con il Pug proprio ora, ci agevola. Perché è proprio questo il momento in cui si sta ragionando sul futuro urbanistico e potrebbe essere il momento adatto per capire se questo Anfiteatro si può recuperare oppure no».

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