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Taranto, pensionato soffocato da 200mila euro di debiti: il tribunale li cancella

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, pensionato soffocato da 200mila euro di debiti: il tribunale li cancella

Grazie all’applicazione della “Legge Anti-Suicidi” del 2012 «liberato» pensionato tarantino sommerso dalle richieste di creditori come Inps, Comune di Taranto, Regione

Lunedì 08 Aprile 2024, 07:00

Ha ottenuto la cancellazione definitiva di debiti per oltre 200mila euro grazie all’applicazione della “Legge Anti-Suicidi” varata nel 2012. È stata una vera e propria liberazione quella raggiunta da un pensionato tarantino ormai sommerso dalle numerose richieste di creditori come Inps, Comune di Taranto, Regione

Puglia, Asl, banche e società finanziarie: una specie di morsa che con la sua piccola pensione non solo sarebbe mai riuscito a restituire, ma che negava ormai anche il diritto a una vita dignitosa a lui e alla sua famiglia. È stato l'avvocato Alessandra Tursi ad analizzare la situazione dell'uomo e, una volta accertata l'esistenza dei requisiti, ha chiesto e ottenuto dal tribunale ionico la cosiddetta “esdebitazione”, la cancellazione totale dei debiti. L'importo complessivo ammontava a ben 207mila euro. Il risultato ottenuto dal legale di fiducia dell'anziano è stato possibile applicando, appunto, il provvedimento varato dal Governo Monti poi modificato dalla nuova normativa introdotta con il decreto Ristori del 2020 che ha stabilito una nuova procedura a favore dei soggetti sovraindebitati.

L’uomo, non riuscendo più a pagare i suoi debiti e non essendo in grado di offrire ai creditori alcun bene con cui soddisfare le loro richieste, nemmeno in prospettiva futura, si è rivolto all'avvocato Tursi che è riuscita a liberarlo dalla morsa in cui viveva ormai da diverso tempo.

In particolare, l'Istituto nazionale di previdenza sociale, a cui avrebbe dovuto restituire la somma maggiore, aveva avviato il recupero del suo credito attraverso l’applicazione di rate mensili sulla pensione di vecchiaia dell'uomo: una pensione, in realtà, appena sufficiente a consentire a se stesso ed alla propria famiglia di avere un decoroso tenore di vita. Quindi, l’uomo per diversi mesi ha ricevuto l’importo della sua misera pensione di vecchiaia ulteriormente ridotta della somma che l’Inps tratteneva.

Il Tribunale di Taranto, già nel 2022, aveva accolto la testi del suo legale dichiarando “inesigibili nei confronti del debitore i debiti anteriori alla data di deposito del ricorso (7.11.2022)” e, come detto, ha cancellato tutti i debiti dell'anziano, ma l’Istituto nazionale ha continuato a “prelevare” illegittimamente rate mensili per tutto il 2023 e per i primi mesi dell’anno 2024. L'avvocato Tursi, quindi, ha nuovamente sottoposto la questione al tribunale ionico che ha emesso un decreto ingiuntivo che imponeva all'Inps di restituire le somme sottratte successivamente alla sentenza: l’Inps ha così corrisposto al pensionato l’intero importo e da aprile 2024 ha finalmente versato all'uomo la pensione senza alcuna decurtazione.

«Si è finalmente posto fine ad una spiacevole vicenda – ha commentato alla Gazzetta l'avvocato Tursi - restituendo così dignità ad un pensionato al quale fu riconosciuta la “meritevolezza” nella contrazione di tutti i debiti esistenti a suo carico, requisito indispensabile per aderire alla procedura di esdebitazione».

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