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Taranto: Fi e Fdi, tentazione assopigliatutto. Centrodestra a rischio spaccatura

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Taranto: Fi e Fdi, tentazione assopigliatutto. Centrodestra a rischio spaccatura

Corsa alla Provincia: avanza l’ipotesi di due liste separate per ottenere più poltrone. Ma ci sono malumori in casa Lega e Udc

Lunedì 29 Gennaio 2024, 12:44

TARANTO - Elezioni provinciali, in bilico la lista unitaria del centrodestra. Alle ore 12 del 12 febbraio, termine ultimo per la presentazione dell’elenco dei candidati, probabilmente, il quadro che si avrà a disposizione potrebbe essere molto frammentato. E così, se era già scontata una spaccatura nel campo del centrosinistra con la presenza, da una parte, di una lista composta dalla maggioranza civica di Melucci e da Italia viva e, dall’altra, di una messa su con gli esponenti dei partiti progressisti (Pd, Con, M5s, Verdi e civici di area), nelle ultime ore è avanzata un’altra ipotesi: riguarda, però, lo schieramento politico che, da poco più di un anno, governa il Paese.

Certo, è ancora presto e si è in una fase di discussione interna ancora embrionale, ma dai primi dialoghi tra i coordinamenti dei partiti del centrodestra sembra che in Fratelli d’Italia, ma anche in Forza Italia, ci sia l’esigenza (in realtà, la volontà) di presentarsi al voto con liste di bandiera ovvero FI e FdI scenderebbero in campo con il proprio simbolo presentando due liste per complessivi 24 candidati alla carica di consigliere provinciale (12 ciascuna). E questo, evidentemente, avverrebbe per il gran numero di richieste che i vertici dei due partiti starebbero ricevendo dai consiglieri dei diversi comuni della provincia. C’è, dunque, voglia di candidarsi per un ente in cui, però, dopo l’entrata in vigore della riforma Del Rio (2014), non votano più i cittadini ma i sindaci e i consiglieri dei municipi. Inoltre, sempre per la stessa norma, le schede elettorali inserite nell’urna non sono tutte uguali. Infatti, quelle su cui viene espresso il voto dei consiglieri di Taranto (colore viola) valgono 1.050 punti ponderati, praticamente un abisso rispetto agli altri centri che sono penalizzati da una minore popolazione residente rispetto al capoluogo.

Tornando al centrodestra, l’ipotesi appena prospettata (forzisti e meloniani in campo con liste autonome) ha già creato dei malumori in casa Lega. Che, così come l’Udc del resto, da sola non ha invece la forza per formare una lista autonoma alle prossime elezioni provinciali e quindi rischierebbe di rimanere fuori dall’aula consiliare di Palazzo del Governo. Eppure, nelle ultime ore, i leghisti avrebbero anche riproposto la soluzione unitaria concedendo a FI e a FdI almeno 8 posti su 12. Ma, per ora, l’idea non sembra passare e non sembra convincere Forza Italia e Fratelli d’Italia che, essendo in «over booking», hanno bisogno di un numero maggiore di posti.

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