La strada tracciata è quella che porta all’amministrazione straordinaria, ma c'è l’impegno del governo a tutelare le imprese dell’indotto ex Ilva che vantano crediti nei confronti di Acciaierie d’Italia e bisognerà attendere una ricognizione sulla situazione da parte dei commissari.
E’ il quadro che avrebbe tracciato, secondo fonti presenti all’incontro, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante il confronto in videoconferenza con le associazioni rappresentanti delle aziende fornitrici e dell’indotto di Acciaierie d’Italia, per un aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva e in relazione ai provvedimenti recentemente assunti dal governo. All’incontro ha partecipato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone.
Alla riunione, che si è conclusa poco fa, erano presenti Confindustria, Federmanager, Confapi, Casartigiani Puglia, Aigi e Confartigianato. A Taranto da questa mattina è in corso una protesta promossa dall’associazione Aigi, a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto del siderurgico, con sit in e blocchi stradali. I crediti delle aziende nei confronti di Acciaierie ammonterebbero a 120 milioni di euro.
Il Mimit in una nota spiega che «nel corso della riunione i ministri hanno illustrato i provvedimenti recentemente assunti dal governo per assicurare la continuità produttiva dell’azienda. I ministri convocheranno nei prossimi giorni i rappresentanti sindacali delle imprese fornitrici e dell’indotto per proseguire il percorso di concertazione»
Già a Potenza, a margine di un incontro con il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, Urso aveva risposto a una domanda dei giornalisti sulla questione dell’ex Ilva di Taranto. «Il governo ha intenzione di venire incontro ai lavoratori e alle imprese che potrebbero avere delle ripercussioni dall’amministrazione straordinaria che si profila».
Urso si è detto «convinto» che «bisogna garantire la continuità produttiva e quindi occupazionale» e «rilanciare questo che può tornare a essere uno dei più grandi siti siderurgici green d’Europa per poi consentire che vi sia un altro partner privato e industriale, prima possibile, che accetti con noi questa sfida».