TARANTO - È di 10 anni di carcere la ricerca di condanna formulata dalla procura di Taranto nei confronti di un 40enne di origini rumene, Nicolae Florian Sirbu, nel carcere di Taranto insieme ad altri quattro detenuti ridusse quasi in fin di vita un 37enne tarantino trovato riverso in una pozza di sangue dopo una gragnola di bastonate al volto e al corpo. Una punizione esemplare per chi come lui si muoveva come tra i corridoio e le celle come se fosse un boss.
I fatti risalgono a gennaio del 2022, nel «Padiglione Jonio» della casa circondariale, alcuni detenuti avrebbero dato vita a una maxi rissa in cui il 37enne tarantino Sante Quero ebbe la peggio: i poliziotti lo ritrovarono esanime dopo i colpi di bastone inflitti da cinque detenuti oggi accusati di tentato omicidio: oltre Sirbu, della grave accusa devono rispondere anche il 26enne di Francavilla Fontana Emanuele Donatiello, il 42enne tarantino Gianluca Galeandro, il 41enne di Grottaglie Antonio Liuzzi, il 35enne anch’egli grottagliese Angelo Pinto. Le immagini raccolte dalle telecamere hanno mostrato la brutale aggressione avvenuta quel giorno come forma di risposta a presunti soprusi commessi dallo stesso Quero: il 37enne tarantino, infatti, è accusato di estorsione ai danni di altri detenuti che si trovavano nella sua cella per aver costretto numerosi detenuti del Padiglione Jonio, «minacciando di picchiarli e schiaffeggiandoli», a consegnargli sistematicamente pacchi di sigarette, tabacco, bombolette di gas ed altri beni». Beni che per chi vive chiuso in una cella hanno evidentemente un valore ben diverso da quello attribuito dal mondo esterno: quelle angherie, stando a quanto hanno ricostruito i poliziotti, avrebbero esasperato gli altri carcerati che alla fine si sono scagliati violentemente contro di lui. E per colpirlo avrebbe distrutto uno sgabello in modo da creare dei bastoni artificiali e picchiare selvaggiamente. A salvare Quero dalla morte, secondo la procura, fu l’intervento di altri detenuti che hanno sedato lo scontro. E forse in questo tentativo di bloccare tutto che fu ferito anche un altro ospite: oltre a Donatello, Galeandro e Liuzzi, di lesioni nei suoi confronti rispondono anche Nicola Colella, 50enne di Modugno.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, sono Sirbu ha scelto il rito abbreviato e ieri per lui è arrivata la richiesta di condanna. Nelle prossime udienze la parola passerà al collegio difensivo degli imputati che hanno scelto ilrito ordinario, composto. tra gli altri dagli avvocati Mirko Porsia, Niccolò Vozza e Pietro Putgnano. Sarà il giudice Pompeo Carriere a decidere sulla richiesta di pena e sugli eventuali rinvii a giudizio.