I parchi eolici in mare come prospettiva per uno sviluppo sostenibile della Puglia? La possibilità, almeno sulla carta, c’è ed è contenuta nel nuovo decreto Energia approvato dal governo. Un’occasione da cogliere, anche accantonando per una volta lo scontro tra diverse fazioni politiche. Patty L’Abbate, deputata pugliese del Movimento 5 Stelle, è pronta a offrire collaborazione per portare avanti una battaglia unitaria. «Sarebbe importare riuscire a candidare uno dei porti della nostra regione a ospitare uno dei due poli previsti. E, considerata la situazione critica dell’ex Ilva, realizzarlo a Taranto può essere la scelta più giusta», sottolinea la parlamentare, che sul tema invita i colleghi pugliesi a un’azione unitaria per il bene del territorio «al di là delle appartenenze partitiche».
Il decreto del Consiglio dei ministri prevede la creazione di un polo industriale al Sud per l’eolico offshore, con un investimento da 420 milioni di euro dal 2024 al 2026 (fondi che non rientrano nel Pnrr) su due porti del Mezzogiorno. Il ministro Pichetto Fratin ha spiegato: «L’obiettivo del decreto è dare alcune regolamentazioni nuove e far ripartire un nuovo sistema sul fronte dell’energia, che permetta di guardare avanti e abbia una valenza di fruibilità. Un punto importante rispetto alla bozza è prevedere i porti per l’eolico offshore, attrezzare almeno due porti con un meccanismo a candidature per creare le basi per l’eolico offshore, che determina grandi investimenti».
Bisognerà individuare le aree, mapparle, ottenere permessi e autorizzazioni. La partita è appena iniziata ma la Puglia e i suoi porti possono entrare in gioco a pieno titolo.
Anche come vicepresidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, L’Abbate è da tempo impegnata a favore delle fonti rinnovabili. «La Puglia - ricorda - ha pagato e paga un costo enorme in termini ambientali per la presenza di una centrale a carbone, quella di Cerano, a due passi da Brindisi, e per l’inquinamento causato dall’ex Ilva. Ecco perché giudico positivamente ogni alternativa industriale più sostenibile». Ed è disposta ad affrontare anche i dubbi e le proteste di parte del mondo ambientalista sulle torri eoliche in mare. «Ovviamente - puntualizza la deputata - andrà valutato puntualmente l’impatto delle nuove opere, che dovranno acquisire tutte le autorizzazioni previste, ma se devo scegliere tra il problema paesaggistico rappresentato dall’eolico offshore e l’inquinamento causato da impianti a combustibili fossili preferisco il male minore. Non possiamo avere paura delle novità quando abbiamo in casa bombe a orologeria che minacciano l’ambiente e la salute».
Ospitare in Puglia uno dei due hub per l’offshore diventa allora un’occasione da non perdere. «I porti di Brindisi e di Taranto - afferma Patty l’Abbate - hanno tutte le carte in regola. Ma in questo momento, di fronte all’atteggiamento di Arcelor Mittal e all’ex Ilva che rischia la chiusura, concentrerei gli sforzi su Taranto, per creare un’alternativa alla grave crisi occupazionale che si sta profilando. Bisogna riuscire a intercettare gli investimenti sulle energie rinnovabili, sommarli a quelli della Zes Unica per dare un futuro alla città».
Per centrare l’obiettivo serve una battaglia unitaria. «Chiedo a tutti i parlamentari pugliesi, al di là delle appartenenze partitiche, un impegno comune per difendere il territorio», è l’appello della deputata.
Per il resto, le differenze di campo permangono, così come le critiche all’azione del governo. Nel mirino della rappresentante 5 Stelle restano la rimodulazione dei fondi del Pnrr («il Sud e la Puglia sono stati penalizzati»), l’istituzione della Zes Unica («entità troppo vasta per funzionare») e proprio le politiche sulle energie rinnovabili.
L’Abbate, assieme alla premier Meloni e ad altri rappresentanti delle istituzioni, fa parte della delegazione italiana che sarà a Dubai per partecipare alla Cop 28 sui cambiamenti climatici. «Vedremo quali impegni Meloni prenderà nella Conferenza di Dubai ma il governo - attacca la deputata - parla bene e razzola male. La Cop 28 spingerà sulla decarbonizzazione eppure finora tutto quello che è passato in Parlamento non è andato a supporto della lotta ai cambiamenti climatici, ma nella direzione opposta».