TARANTO - Luce, gas, telefonia, tutto intestato a un ignaro cittadino della provincia di Roma. È finito nei guai con l’accusa di truffa e sostituzione di persona un 37enne di Taranto, sub agente di una importante compagnia energetica nazionale, che secondo la procura della Repubblica di Taranto avrebbe utilizzato i dati di un estraneo per intestare contratti a sua insaputa.
È stato il sostituto procuratore della Repubblica Vittoria Petronella nelle scorse settimane a firmare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti del 37enne: dalla lettura degli atti dell’inchiesta da cui emerge come l’uomo, che lavorava come agente di una società che stipulava contratti per grandi imprese nazionali di energia e telecomunicazioni, avrebbe avviato una serie di forniture e servizi con dati e documenti di un ignaro cittadino residente nel territorio romano.
L'uomo, tuttavia, non è nuovo a queste vicende: è finito più volte nel mirino degli inquirenti, anche di altre procure d’Italia, per truffe simili a quest’ultima che gli viene contestata dalla magistratura ionica.
Dalle carte dell’ultima inchiesta, intanto, emerge che il 37enne tarantino, in servizio come detto in una delle tante società impegnate nell’ampliamento della rete commerciali dei colossi nazionali, «al fine - scrive il pm Petronella - di procurarsi un vantaggio consistente nella provvigione derivante dal procacciamento di un contratto di fornitura di energia elettrica» sostituiva illegittimamente la propria identità con quella del povero 49enne romano. Due piccioni con una fava, insomma: da un lato otteneva per sè una nuova fornitura, ma a spese di un altro e dall’altra incassava anche le provvigioni come agente per il nuovo contratto avviato. All’indagato è bastato inserire i dati nel modulo, apporre una firma fasulla e il gioco era fatto.
Il sistema, evidentemente, deve essere apparso semplice e redditizio visto che il 37enne ha ripetuto l’operazione anche con altre imprese nazionali: forniture di gas, luce e telefonia intestate al laziale sono così state attivate in locali disabitati di via Oberdan e via D’Alò Alfieri. Lui incassava le provvigioni e all’ignaro utente arrivavano le bollette. Migliaia di euro che hanno prima mandato in panico la vittima e poi lo hanno immediatamente condotto da un avvocato per denunciare l’intera vicenda.
Le indagini sono così partite e in breve tempo hanno portato all’identificazione dell’uomo che ora deve difendersi da diversi capi di imputazione formulati dalla procura ionica.
L’indagato e il suo difensore, l’avvocato Adriano Minetola, avranno ora 20 giorni di tempo dal momento della notifica per chiedere di essere interrogato o presentare memorie fornendo la propria versione dei fatti. Poi toccherà al pubblico ministero Petronella decidere se archiviare le accuse oppure chiedere il rinvio a giudizio.