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Appalti sospetti al Comune di Statte, confermati i domiciliari

 
francesco casula

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francesco casula

Appalti sospetti a Statte , confermati i domiciliari

Il Riesame ha rigettato nei giorni scorsi i ricorsi della difesa

Giovedì 17 Agosto 2023, 14:16

17:09

STATTE (Taranto) - Restano ai domiciliari i quattro indagati arrestati ad aprile scorso nell'inchiesta sugli appalti sospetti al Comune di Statte.

È stato il tribunale del Riesame a rigettare a confermare la misura cautelare nei confronti dell'architetto Vincenzo La Gioia, ex responsabile del settore «Assetto territorio e sviluppo economico» di Statte e gli imprenditori Marco Moscaggiura, Oronzo Moscaggiura e Amedeo Pesare: le attività investigative coordinate dalla procura avrebbero svelato, per l'accusa, come al Comune di Statte si era creato «un contesto caratterizzato da una diffusa illegalità, un consolidato sistema corruttivo che ha operato per un apprezzabile periodo di tempo, tanto da divenire una vera e propria prassi illecita».

Dopo l'ordinanza del gip Alessandra Romano, qualche settimana dopo il Tribunale del riesame aveva confermato la detenzione ai domiciliari per i quattro, ma dopo l'avviso di conclusione delle indagini il collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Alessandra Semeraro, Egidio Albanese, Pasquale Blasi e Rosario Levato, aveva presentato una nuova istanza di liberazione dei propri clienti. Il gip Romano aveva rigettato il ricorso e così le parti sono tornate nuovamente davanti al Riesame che nei giorni scorsi ha nuovamente ribadito la necessità che gli indagati restino ai domiciliari anche se l'inchiesta è chiusa.

Il pubblico ministero Lucia Isceri ha contestato all'ex dirigente e agli imprenditori le ipotesi di reato di corruzione e turbativa d’asta per la gestione illecita secondo l’accusa di una serie di appalti e affidamenti diretti concessi dietro il pagamento di mazzette.

Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, l’ex dirigente comunale avrebbe truccato gare e concesso affidamenti diretti alle imprese riconducibili a Marco Moscaggiura ottenendo in cambio mazzette del valore pari al 10 per cento degli appalti: una dozzina i servizi finiti sotto la lente degli investigatori per un valore di poco superiore agli 800mila euro che ha spinto il pm Isceri a chiedere e ottenere anche un sequestro nei confronti di La Gioia di 82mila euro, ritenuto l’ammontare delle bustarelle intascate. Tra i servizi su cui si sono accesi i riflettori degli inquirenti spuntano quelli per la pulizia e la manutenzione degli immobili comunali e anche la gestione in «global service» di servizi integrati. Secondo quanto emerge dalla lettura degli atti dell’inchiesta numerose società riconducibili a Moscaggiura «sono risultate per circa due anni pressoché uniche destinatarie degli appalti o affidamenti» gestiti da La Gioia. La modalità era quasi sempre la stessa: alla gara venivano invitate aziende riconducibili a Moscaggiura e altre di province lontane da Statte e così alla fine l’aggiudicazione era quasi automatica.

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