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A Taranto posti di lavoro in cambio di soldi usando il nome dell’ex assessore Borraccino

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Cosimo Borracino (LeU)

Chiusa l’inchiesta nata dopo la denuncia del consigliere di Emiliano

Domenica 02 Luglio 2023, 08:47

10:00

TARANTO - Avrebbe incassato denaro per un posto di lavoro e millantato l'intervento del lontano parente Mino Borraccino, consigliere del presidente della Regione Puglia, ma quando quest'ultimo ha scoperto la vicenda ha immediatamente denunciato tutto dando il via a un’indagine che ora vede sotto accusa tre persone per traffico di influenze.

È quanto emerge dall'avviso di conclusione delle indagini notificato nelle scorse settimane dal pubblico ministero Maria Grazia Anastasia della procura ionica nel quale spunta il nome di Guerino Borraccino, 44enne di Pulsano nel tarantino e lontano parente dell'ex assessore regionale. Vantando quella parentela e una sorta di influenza sul politico avrebbe chiesto a un 43enne e alla sorella 50enne, entrambi della provincia di Brindisi, somme di denaro per trovare un posto di lavoro grazie alle conoscenze dell'ignaro consigliere.

Guerino Borraccino avrebbe conosciuto prima la donna per motivi di lavoro e questa le avrebbe chiesto un interessamento per il fratello che da tempo era alla ricerca di un'occupazione. Dopo questo primo contatto, secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta, ci sarebbe stato un primo incontro tra Guerino Borraccino e i due in un locale della Marina Pulsano in cui il brindisino avrebbe consegnato la somma di 150 euro e alcune bottiglie di vino. Guerino avrebbe garantito un posto in una ditta di vigilanza che lavorava nella sanità e da quale momento sarebbero cominciate le richieste di denaro che complessivamente si aggirerebbe intorno a 3mila euro. A distanza di qualche tempo, in effetti, una proposta di lavoro è arrivata, ma in una piccola azienda di Pulsano: Guerino Borraccino aveva spiegato che fondamentale era stata proprio l'intercessione del politico, che in realtà era all'oscuro di tutto. Quell'esperienza lavorativa, però, si era chiusa in pochi giorni, ma le richieste di denaro erano continuate. Guerino Borraccino aveva ha annunciato un nuovo intervento politico per fargli ottenere il porto d'armi e poi procedere all'assunzione nell'istituto di vigilanza. Pochi giorni, infatti, dopo aveva consegnato all'uomo un certificato medico che attestava la sua idoneità a ottenere il porto d'armi: un documento ricevuto senza alcuna visita medica e quindi verosimilmente falsificato. Ma non solo. Guerino Borraccino gli aveva anche indicato di aver fissato un appuntamento presso un poligono di tiro per il 29 settembre 2022: quel giorno, tuttavia, non solo Guerino non avrebbe risposto alle chiamate, ma quando il brindisino si è presentato al poligono e ha chiesto informazioni a un istruttore ha scoperto che non c'era mai stato alcun contatto né alcun appuntamento.

A quel punto l'uomo ha compreso che era tutta una presa in giro e ha preteso la restituzione del denaro che però è tornato solo in parte. La vittima, però, è riuscito a ottenere un contatto con Mino Borraccino che esterrefatto ha ascoltato tutta la storia, ascoltando i messaggi audio che il cugino aveva inviato a sua insaputa e letto le conversazioni sul cellulare della vittima che ha pienamente compreso la totale estraneità del consigliere di Emiliano alla vicenda. Qualche giorno dopo, attraverso l'avvocato Ivan Zaccaria, ha depositato la querela: come detto nel registro degli indagati è finito Guerino Borraccino, difeso dall'avvocato Carlo Sampietro, e i due fratelli brindisini, assistiti dall'avvocato Diego Maggi. I tre, dopo la chiusura delle indagini, ha 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare memorie scritte e fornire la loro versione dei fatti. Poi toccherà alla procura di Taranto decidere se archiviare le accuse oppure chiedere il rinvio a giudizio nei loro confronti.

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