Venerdì 24 Ottobre 2025 | 02:11

Ex Ilva di Taranto, ecco i rilievi dell’Arpa

Ex Ilva di Taranto, ecco i rilievi dell’Arpa

 
Giacomo Rizzo

Reporter:

Giacomo Rizzo

«Tragedia sfiorata all'Acciaieria 2 dell'ex Ilva di Taranto»

L'ex Ilva di Taranto

L’Agenzia: «Mancano valutazioni sanitarie e indicazioni sulle migliorie»

Martedì 13 Giugno 2023, 12:42

TARANTO - Mancano le valutazioni sanitarie relative allo scenario della produzione massima autorizzata e per diverse prescrizioni l’azienda non ha indicato alcun intervento migliorativo finalizzato alla risoluzione delle problematiche o alla mitigazione e riduzione delle emissioni. È quanto, in sintesi, rileva Arpa Puglia nelle osservazioni presentate al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) alla richiesta avanzata da Acciaierie d’Italia per il riesame con valenza di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per lo stabilimento siderurgico di Taranto. La società ha evidenziato l'impossibilità di portare a conclusione gli interventi contemplati dal Dpcm 29 settembre 2017 (l'attuale Aia) nella loro interezza, entro la scadenza del 23 agosto 2023.

Il documento di Arpa Puglia porta la firma del direttore del Servizio Territoriale e del Dipartimento di Taranto Vittorio Esposito e del direttore scientifico Vincenzo Campanaro, che in premessa evidenziano come nella richiesta di riesame Aia dell’ex Ilva manchino diversi allegati «che rappresentano documenti di sicuro interesse per il pubblico».

IL RISCHIO SANITARIO -  «Si fa presente che dalla documentazione disponibile non risultano valutazioni sanitarie relative allo scenario autorizzativo riferito al completamento degli interventi esposti nel Dpcm del 29 settembre 2017”. I dirigenti di Arpa Puglia rammentano che “il tavolo tecnico inter-istituzionale Arpa-AReSS-Asl ha prodotto (nota del 18 maggio 2021) gli esiti della Valutazione del Danno Sanitario con riferimento allo scenario emissivo ante-operam a 6 mln di tonnellate che indicavano la permanenza di un rischio sanitario residuo inaccettabile per gli abitanti del quartiere Tamburi, il più vicino allo stabilimento». Secondo il Rapporto «per ricondurre ad accettabilità, si dovrebbe ridurre il PM10 del 64% e il PM2,5 al 48%. Inoltre, una disamina preliminare ha indicato come per lo scenario post operam a 8 Mt/anno e con tutti i dispositivi di ambientalizzazione realizzati i livelli emissivi delle polveri sono in aumento rispetto all’ante operam a 6 Mt/anno».

Limitatamente al completamento «degli interventi esposti nel Dpcm del 29 settembre 2017 per una produzione di 8 milioni di tonnellate anno/acciaio, la procedura - spiegano Esposito e Campanaro - era pendente e il tavolo tecnico interistituzionale era in attesa di ricevere informazioni utili alla definizione di tale scenario da parte del Mase».

Tuttavia il Ministero dell’Ambiente, nel corso del 2022, ha «ritenuto di coinvolgere direttamente il Ministero della Salute, al fine di procedere con l’aggiornamento delle valutazione sanitarie, non contemplate dal D.D. n. 188/2019, riferite allo scenario emissivo post-operam connesso ad una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio». Ad oggi, però, «non sono pervenuti sviluppi delle attività da parte del Ministero della Salute volti alla rivalutazione sanitaria dello scenario emissivo connesso agli impianti in esercizio e adeguati al Dpcm 29 settembre 2017 (cosiddetto scenario post-operam già autorizzato con tale Dpcm), alla massima produzione attualmente autorizzata pari a 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio».

Arpa Puglia segnala che Acciaierie d’Italia, con nota del 3 aprile scorso ha sostenuto che «non sussistono i presupposti per la presentazione di una valutazione di impatto sanitario, in quanto si tratta di un adempimento che non è previsto dalla legge come applicabile al caso di specie». Le osservazioni di Arpa riguardano, nei dettagli, anche il processo produttivo.

SCARICO MATERIE PRIME DA NAVI E STOCCAGGIO PARCHI PRIMARI - Il Gestore, affermano, «non ha indicato alcun intervento di miglioramento sulle problematiche relative alle frequenti interruzioni di nastri causati da incendi, i quali a loro volta rilasciano emissioni anche di natura polverulenta».

PRODUZIONE COKE METALLURGICO - «Il Gestore non ha indicato alcun intervento migliorativo finalizzato alla mitigazione e riduzione delle emissioni, in particolare di Btex, che si sviluppano durante la produzione del coke metallurgico».

PRODUZIONE AGGLOMERATO - Il Gestore «non descrive chiaramente l’intervento che intende effettuare; cosa è previsto per le polveri abbattute nei filtri a tessuto Meros, in particolare se il recupero previsto riguardi residui di interesse siderurgico o le polveri stesse».

PRODUZIONE GHISA - In premessa si fa presente che «in considerazione dell’istanza di aumento della produzione di acciaio da n. 6 a n. 8 milioni di tonnellate, AdI ritiene necessario esercire anche l’Afo5, che prevede di adeguare come i restanti altiforni ai sensi del Dpcm 29/09/2017». Si evidenzia che la Sintesi non tecnica «non riporta alcun intervento migliorativo ambientale legato all’uso di combustibili alternativi al carbone».

PRODUZIONE ACCIAIO - Il Gestore, ai fini del miglioramento ambientale, «non ha previsto alcun revamping impiantistico dell’area acciaieria, in considerazione delle problematiche relative alle fasi di produzione dell’acciaio (a titolo esemplificativo e non esaustivo, rigonfiamento della ghisa, eventi di slopping, malfunzionamenti ai sistemi di controllo) che influiscono sugli aspetti ambientali del sito». Si rileva poi «che il Gestore non ha indicato alcuna soluzione migliorativa in merito alla gestione o, ancor meglio, al riutilizzo del gas di acciaieria per altri scopi produttivi, ai fini del miglioramento ambientale tramite una forte riduzione degli eventi di apertura torce di acciaieria». Ancora, il Gestore «non ha contemplato interventi per una migliore gestione dei reparti impiantistici deputati alla depolverazione delle aree di acciaieria».

EMISSIONI IN ATMOSFERA/CASO BENZENE - Si osserva che «per le sorgenti diffuse calde il Riesame Aia dovrà necessariamente focalizzare l’attenzione sulle emissioni di benzene, e sui composti solforati, poiché …vi è un evidente peggioramento nei dati di qualità dell’aria, in particolare relativamente al benzene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)