MANDURIA - «Nel rappresentarle la disperazione di più di quindicimila famiglie, le chiediamo di intervenire direttamente affinché una vertenza così complessa veda l'interessamento diretto di palazzo Chigi».
Così le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) di Acciaierie d’Italia, Ilva in amministrazione straordinaria e appalto nel documento consegnato dai segretari territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Usb alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine della sua partecipazione alla quarta edizione di Forum in masseria, la rassegna organizzata da Bruno Vespa nella masseria Li Reni a Manduria.
«La premier ci ha detto che stanno verificando i dossier e che c'è un’interlocuzione con tutti i ministeri coinvolti, che sono diversi, e che ci proporranno una soluzione finale che deve essere di buon senso e che deve guardare alla questione ambientale e soprattutto a quella occupazionale». L’ha detto Francesco Rizzo sindacalista della Usb subito dopo aver incontrato, insieme a una delegazione di altre sigle sindacali dell’ex Ilva, la premier Giorgia Meloni a margine della sua intervista nella masseria di Bruno Vespa, a Manduria in provincia di Taranto. Sulla vertenza dell’acciaieria tarantina, il 19 giugno è previsto un incontro al ministero delle Imprese. «Vedremo qual e sarà la posizione del ministro Urso», hanno aggiunto i sindacati. Alla domanda se Meloni abbia parlato dell’ingresso dello Stato nell’azienda e sull'eventualità che possa avvenire prima del maggio 2024, come ipotizzato, Rizzo ha risposto: «Non l’ha escluso».
Per Biagio Prisciano della Fim-Cisl, «il nostro è stato un chiaro grido d’allarme ché il governo faccia il prima possibile per evitare che Ancelor Mittal continui a degradare la situazione dell’impianto. Se si vuole davvero la transizione ecologica bisogna fare qualcosa subito e accelerare sui futuri assetti societari».