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Truffa del «finto nipote», napoletani in azione in Puglia

 
Monica Arcadio

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Monica Arcadio

carabinieri taranto

Raggiro sventato grazie alla prontezza della direttrice delle Poste di Statte

Sabato 15 Aprile 2023, 13:05

STATTE - La truffa del “finto nipote” sta prendendo sempre più piede. Ovunque. A livello nazionale. Il raggiro sventato grazie alla prontezza della direttrice delle Poste ai danni di una coppia di coniugi a Statte, nel tarantino, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno ormai diffuso. È soltanto una delle numerose truffe compiute quotidianamente in diverse regioni d’Italia. Tutte con lo stesso modus operandi. «Nonna, nonna. Ti prego devi saldare un debito altrimenti mi arrestano». «Nonna, nonna. Devi ritirare un pacco per me. Paga che poi ti restituisco i soldi».

Sono queste le frasi che, dall’altra parte del telefono, le vittime prescelte sentono ripetere da chi si spaccia per i loro nipoti, ma che nipoti non lo sono. Si tratta dei truffatori che fanno leva sulla fragilità degli anziani, sui loro punti deboli cioè i nipoti e i figli, riuscendo cosi a manipolarli e a farli cadere facilmente nella trappola. La minaccia di un imminente pericolo per i loro amati familiari sarebbe determinante per mettere a segno la truffa. Una truffa che porta un’unica firma. La firma di una organizzazione criminale campana. Secondo indiscrezioni si tratterebbe di un raggiro ben architettato e studiato nei minimi dettagli. Non è, come si potrebbe pensare, opera di improvvisati. La regia sarebbe nelle mani di una associazione in cui ciascun componente ha un suo ruolo ben definito, un compito specifico. C’è un capo che sarebbe stato soprannominato: «Il Presidente» e poi i suoi collaboratori.

C’è chi si occupa di scegliere i bersagli. Una ricerca attenta e oculata che parte dall’esame delle pagine bianche. Sarebbe importante per la banda di truffatori il telefono fisso, a casa. È su quello che effettuano le chiamate. C’è chi poi fa le telefonate che partono direttamente dalla Campania, dal napoletano nello specifico. E poi ci sono i reclutatori a cui tocca scegliere gli esecutori materiali della truffa. Coloro che arrivano davanti alle porte delle vittime e si spacciano per postini o corrieri, intrufolandosi nelle case. Loro sono l’ultimo anello della catena, ma fondamentale per la riuscita del raggiro e per portare a casa il denaro. E sempre a loro sarebbe corrisposto il 20% del denaro sottratto. Spesso si tratta di giovani alle prime armi. «Tremava tutto, gli tremavano le mani mentre contava di soldi», ci raccontava qualche giorno fa una delle tante vittime riferendosi al 19enne di Acerra, arrestato in casa sua dai carabinieri, colto in flagranza. Segno che non sempre si tratta di truffatori esperti.

Anzi. L’organizzazione criminale punterebbe a reclutare ragazzi, spesso incensurati, provenienti da famiglie umili e numerose, che hanno bisogno di un guadagno facile. La truffa ormai è molto diffusa. Fondamentale per mettere in guardia gli anziani e le loro famiglie sono le campagne di sensibilizzazione. Importanti, seppure lunghe e complesse, le indagini per decapitare le bande criminali che gestiscono il raggiro.

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