TARANTO - «I 680 milioni stanziati a inizio anno per l’ex Ilva sono stati un altro regalo ad ArcelorMittal. Un regalo infiocchettato dal Governo Meloni, totalmente inutile sotto ogni punto di vista ma buono solo a stanziare nuove risorse pubbliche per un azionista privato che se ne frega del futuro di Taranto».
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico, dopo il grido d’aiuto lanciato dalle imprese dell’indotto. «Abbiamo avuto l'ennesima conferma - continua - di quei soldi, nemmeno un euro è stato destinato al pagamento di fatture congelate da mesi e mesi. Adesso tante aziende sono al collasso e il rischio di assistere a centinaia di licenziamenti è sempre più reale».
Secondo Pagano, «il Governo Meloni è complice del disastro provocato dai vertici di ArcelorMittal e totalmente incapace di dare una direzione univoca di cambiamento a Taranto. Cosa deve accadere - conclude - affinché il presidente del Consiglio e il Ministro Urso si convincano di tagliare per sempre i legami con ArcelorMittal e rimettere nelle mani dello Stato la delicatissima condizione in cui versa l’acciaieria di Taranto?».
La risposta del governo non si è fatta attendere ed è arrivata da Dario Iaia, componente della commissione Ambiente, Lavori pubblici e territorio della Camera e coordinatore provinciale FdI di Taranto.
«Nessun regalo - contesta Iaia - è stato fatto ad ArcelorMittal. Il nostro è un governo serio che affronta con responsabilità i problemi, cercando di dare una svolta ai disastri provocati, negli ultimi 10 anni, dalla sinistra e dai grillini. I 680 milioni impegnati e liquidati attraverso Invitalia, sono stati utilizzati dall’azienda anche per pagare le imprese dell’indotto, così come si può facilmente verificare. Per cui, le dichiarazioni di Ubaldo Pagano non corrispondono assolutamente alla realtà, in quanto è sufficiente confrontarsi con gli imprenditori».
«Se - aggiunge - vi sono delle difficoltà da parte di singole aziende e specifiche situazioni, queste potranno essere oggetto di verifica ma, senza dubbio, il governo non ha regalato alcunché e d’altra parte, vista la presenza per il 38% dello Stato in azienda, sarebbe stato paradossale regalare a se stessi. Ricordo infine che, se il governo non avesse impegnato quei 680 milioni, rientranti in un finanziamento previsto pari a circa 3 miliardi di euro, l'azienda sarebbe già fallita».