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Taranto, il paradosso dei bonus: i cassetti fiscali pieni e le aziende in bolletta

 
Maristella Massari

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Maristella Massari

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I dati relativi al mese di gennaio e la preoccupazione di De Bartolomeo (Ance)

Lunedì 13 Febbraio 2023, 12:44

TARANTO - Gennaio si è chiuso con un segno meno davanti al numero del saldo delle imprese edili iscritte e cancellate dai registri della camera di Commercio. Un numero in doppia cifra che racconta la sofferenza del settore abbagliato dal bonus fiscale e tradito dalla realtà dei fatti. L’anno non è cominciato nel migliore dei modi per le aziende edili della provincia di Taranto. Secondo i dati di Ance Puglia, a gennaio 2023 a Taranto risultano iscritte 24 nuove imprese legate al mondo dell’edilizia, a fronte di 46 che hanno chiuso i battenti e hanno provveduto alla cancellazione dal sistema dell’ente camerale. Il saldo, dunque, è negativo: meno 22. Certo non esiste un “caso Taranto”. Il saldo negativo è diffuso e spalmato anche sulle altre province di Puglia: sono state aperte 140 ditte ma ne sono state chiuse ben 472. Il saldo, dunque, nel primo mese di quest’anno, è negativo per 332 attività in meno. Nel dettaglio, per avere un quadro completo, in provincia di Bari si sono perse 212 imprese edili (come saldo tra le 42 aperture e le 254 chiusure); in quella di Brindisi -21 (come saldo tra le 16 aperture e le 37 chiusure); in quella di Foggia -32 (come saldo tra le 14 aperture e le 46 chiusure); in quella di Lecce -45 (come saldo tra le 44 aperture e le 89 chiusure).

Se leggiamo i dati in controluce è evidente che non si riesce ad applicare più l’agevolazione fiscale. «Il paradosso assurdo di questa situazione è che i cassetti fiscali delle nostre imprese sono pieni, ma le casse sono vuote». Fabio De Bartolomeo, presidente dell’Ance, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili di Taranto, va dritto al punto e racconta con lucidità lo stato delle imprese ioniche al lavoro con i bonus. «L’incentivo che avrebbe dovuto rilanciare il settore - dice De Bartolomeo - si è trasformato in un boomerang che ha colpito in particolare i più deboli, le imprese più piccole, chi non dispone di liquidità in grado di tutelare la solidità dell’impresa. E così si finisce per portare i libri in tribunale. Un disastro. Decine di imprese edili - aggiunge - sono in sofferenza perché hanno iniziato i lavori e hanno i cassetti fiscali con importi significativi che non vengono monetizzati. A volte sono costrette a svendere quei crediti per sopravvivere».

«A questo si aggiunge anche il sensibile incremento dei prezzi - spiega ancora il presidente di Ance Taranto -. I materiali sono saliti alle stelle e da questa estate la crisi energetica ha fatto schizzare anche i costi di carburanti ed energia. Così le imprese collassano». Qualche esempio. A giugno 2022, rispetto al giugno 2020 - secondo le elaborazioni di Ance -, il ferro per cemento armato è aumentato del 115%, il bitume del 91%, il pvc del 158%, il polistirene del 104%, il rame del 79%, il polipropilene del 96%, il polietilene del 117%. Per non parlare delle voci energetiche, con il gasolio a +170%, il gas naturale a +1.204%, l’energia elettrica a + 671%.

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