Sabato 06 Settembre 2025 | 19:20

Taranto, tangenti per forniture fantasma: ieri la requisitoria

 
Francesco Casula

Reporter:

Francesco Casula

Taranto, tangenti per forniture fantasma: ieri la requisitoria

Il procuratore aggiunto Carbone chiede la condanna per due ufficiali di Marina

Venerdì 04 Novembre 2022, 12:57

12:58

TARANTO - Il procuratore aggiunto Maurizio Carbone ha chiesto la condanna per due ufficiali della Marina militare coinvolti nell’inchiesta sulla presunta fornitura fantasma di carne a bordo di Nave Cavour: 7 anni di carcere per Alessandro Dore e 2 anni e 8 mesi per Nicola Gagliardi, entrambi a capo dell’ufficio amministrativo di nave Cavour in epoche differenti. Nella sua requisitoria, il pm Carbone ha sostenuto che, come emerso dalle dichiarazioni di altri imputati, quella fornitura di quasi 9 tonnellate «non c’è mai stata. Quella carne – ha detto il magistrato in aula – su nave Cavour non è mai entrata. E nemmeno nella stazione navale».

Carbone ha sottolineato innanzitutto le confessioni rese in aula l’11 febbraio 2021 dall’imprenditore Vitantonio Bruno, gestore di fatto della società Gsa, a cui era stata concesso un affidamento diretto per la fornitura di carne da utilizzare per cene di rappresentanza tra ufficiali nella lunga crociera che la nave di apprestava a compiere di lì a poco. Il pubblico mistero ha inoltre evidenziato come dai documenti emerga che la Gsa non aveva mai venduto carne e che quella fattura da 35mila euro non era mai stata inserita nella sua contabilità. Non solo. I finanzieri che hanno condotto le indagini hanno anche accertato che per un periodo la moglie di Dore avrebbe lavorato proprio in una delle imprese riconducibili a Bruno. Inoltre per il pm Carbone, quel caso è «paradigmatico»: non solo perché ha preceduto le numerose inchieste che hanno poi travolto Maricommi Taranto, la direzione di Commissariato della forza armata, ma perché essendo una fornitura fantasma l’imprenditore e l’ufficiale avrebbe diviso la somma a metà a differenza di tutti gli altri episodi emersi dalle indagini nei quali agli ufficiali spettava il 10 percento del valore dell’appalto.

Nel corso delle indagini preliminari, inoltre, era stato lo stesso Bruno a svelare ai finanzieri della Sezione Tutela dell’Economia, che Gagliardi avrebbe attestato falsamente l’avvenuta fornitura di materiale di pulizia e liquidato due fatture del valore di poco superiori alle 500 euro ottenendo in cambio una tangente di 250 euro. La vicenda era esplosa a luglio 2016 quando la procura notificò un decreto di sequestro da 35mila euro per quella fornitura fantasma.

A sostenere la tesi dell’accusa oltre, alle carte sequestrate dei finanzieri, erano giunte anche le dichiarazioni raccolte tra l’equipaggio, da cui era emerso che sarebbe stato proprio un sottufficiale, condannato nel procedimento con rito abbreviato, a compilare il verbale dell’avvenuta consegna del materiale. «Si evidenzia – era scritto negli atti dell’inchiesta – che l’annotazione della consegna della carne sui registro di bordo è avvenuto proprio su iniziativa del maresciallo, quale addetto alla mensa e all’approvvigionamento dei generi alimentari della “Nave Cavour“». A provare la falsità del verbale prodotto dal sottufficiale, per il pm Carbone, ci sarebbero la dichiarazione del suo diretto superiore e le ammissioni di Bruno: al pubblico ministero Carbone, infatti, Bruno aveva confermato che si trattava di una fornitura fantasma e una volta ottenuto il pagamento dalla Marina, avrebbe pagato una tangente da 15mila euro proprio a Dore. Nella prossime udienze la parola passerà alla difesa e poi il collegio di giudici dovrà emettere la sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)