Sabato 06 Settembre 2025 | 21:24

Tessitura Mottola, messa al sicuro la Cig: ora si cerca un nuovo investitore

 
Francesco Francavilla

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Francesco Francavilla

Tessitura Mottola: azienda non anticipa Cig, scatta il sit-in a Taranto. La smentita: anticipi per 1,3 mln

Rinviata l’assemblea dei lavoratori per la ratifica dell’accordo nella struttura tarantina

Lunedì 10 Ottobre 2022, 12:58

MOTTOLA - L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex “Tessitura Albini Mottola”, inizialmente prevista per venerdì scorso, è stata rinviata a data da stabilire. L’assemblea prima o dopo dovrà riunirsi per ratificare l’accordo stipulato martedì scorso in Regione Puglia, al tavolo convocato dal presidente del Comitato Monitoraggio Sepac, Leo Caroli, a cui hanno partecipato i rappresentanti: della Task Force occupazionale della Regione; della sezione Aree di Crisi; del servizio politiche attive per il territorio; del Mise e dell’azienda Albini.

Al completo anche la rappresentanza delle organizzazioni sindacali confederali della Uil regionale, della Uiltec di Taranto, della Filctem Cgil di Taranto, della Femca Cisl Taranto-Brindisi e delle Rsu. Tra i presenti anche il sindaco di Mottola, Giampiero Barulli, mentre da remoto erano collegati alcuni esponenti della Confindustria di Taranto, della società di scouting di Milano, Vertus, incaricata dall’Albini di continuare nella ricerca di un nuovo investitore, dopo il ritiro della Motion, e solo come uditore il coordinatore del sindacato autonomo Slai Cobas. L’accordo chiuso martedì ha soddisfatto a metà i sindacati che, comunque, hanno ritenuto, con la loro firma, di garantire la proroga della Cigs fino al 22 dicembre del 2023, con la condizione che se l’azienda non verrà rilevata da un altro soggetto economico, per i lavoratori di Albini si aprirà la “Naspi”.

Fino alla settimana scorsa c’era stato il rischio di mandare a casa i 109 ex dipendenti dell’azienda della Val Seriana il 22 dicembre prossimo con le lettere di licenziamento già pronte. Il patto di transizione occupazionale è stato concesso con la condizione di movimentare i macchinari che si trovano all’interno dello stabilimento, la cui vendita, stimata intorno ai 250mila euro, servirà all’azienda per pagare la Cigs fino al 2023. Inoltre, nell’interlocuzione tra le parti, le organizzazioni sindacali confederali sono riusciti a strappare un’altra promessa alla proprietà, di avviare il cosiddetto esodo incentivato. I termini dell’accordo non ha accontentato il coordinatore provinciale dello Slai Cobas Ernesto Palatrasio, che, mentre contesta il mancato diritto a partecipare in presenza agli incontri in Regione, convoca per martedì 11 ottobre, alle ore 17, un incontro presso la sede sindacale di Taranto, per passare ad una nuova fase della vertenza. Fra le priorità: le iniziative da intraprendere a difesa degli interessi dei lavoratori e per rigettare le procedure di licenziamento; programmare nuovi incontri con la Task Force occupazionale in Regione e al Mise per riaprire il confronto con l’azienda e per trovare nuovi investitori disposti alla reindustrializzazione del sito, e, infine, affrontare i difficili problemi della movimentazione dei macchinari e dell’eventuale incentivo all’esodo volontario.

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