TARANTO - C’è anche il procuratore aggiunto di Taranto Maurizio Carbone fra i venti componenti togati che andranno a formare il nuovo Csm. Il magistrato ha ottenuto 686 preferenze, e va a comporre la terna dei pubblici ministeri eletti nel collegio del Centro Sud: insieme a lui ci sono anche Dario Scaletta e Marco Bisogni, entrambi di Catania. Diventano due, così, i pugliesi che andranno a sedere in seno all’organo di autogoverno della magistratura: giovedì sera è stato eletto anche Geno Chiarelli, giudice penale del Tribunale di Brindisi. Entrambi fanno parte della corrente di Area Democratica per la giustizia, la stessa alla quale appartiene il consigliere uscente Giovanni Zaccaro, giudice penale barese.
«I prossimi eletti al Csm avranno il compito di restituire piena autorevolezza al sistema di autogoverno della Magistratura - aveva dichiarato Carbone in una recente intervista alla Gazzetta - quale massima garanzia per la tutela della autonomia e dell’ indipendenza, nell’ interesse di tutti i cittadini. Tale obiettivo andrà perseguito assicurando la massima trasparenza e una maggiore tempestività nella trattazione delle pratiche. Questo percorso passa anche attraverso una migliore comunicazione all’ esterno dell’ attività del Consiglio: Una comunicazione istituzionale che faccia sentire il Csm la “casa comune” di tutti i magistrati».
Napoletano d’origine ma tarantino d’adozione ( dal 1995 in servizio nella Procura jonica ), Carbone è stato segretario generale dell’Anm dal 2012 al 2016. Nel 2015 è fra gli organizzatori del congresso nazionale di Anm al teatro Petruzzelli, con la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Con gli ultimi scrutini di ieri si sono ufficialmente concluse le elezioni dei 20 membri togati, così come stabilito dalla riforma Cartabia. Per quanto riguarda le correnti, c’è un sostanziale equilibrio: sette magistrati appartengono a Magistratura Indipendente, sei ad Area, quattro ad Unicost, due a Magistratura Democratica, e infine un indipendente.
Ancora tutta la giocare la partita per quanto riguarda i dieci membri laici, che dovranno essere designati dal nuovo Parlamento in seduta comune: possono ambire a tale carica professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno 15 anni. È evidente che l’iter di formazione del nuovo Governo comporterà necessariamente che i tempi si allunghino. L’attuale Csm continuerà a lavorare in regime di prorogatio: secondo gli addetti ai lavori i nuovi consiglieri dovrebbero insediarsi entro l’anno.