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Taranto, disoccupati e inoccupati in provincia a quota 45%

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Centri per l'impiego, una riforma senza i disabili?

Senza un impiego soprattutto nella fascia d’età 45-54 anni. Tutte le cifre

Martedì 19 Luglio 2022, 13:24

Solo dieci punti in percentuale. È questo il divario piuttosto stretto tra il numero dei disoccupati (e gli inoccupati) in provincia di Taranto e quello di chi, invece, un lavoro ce l’ha. E si sa, in tutte le ricerche e in tutti gli studi, quando una forchetta è così stretta c’è evidentemente qualcosa che non va.

Ora, le cifre. In provincia di Taranto, la percentuale dei disoccupati arriva al 35,65 per cento (98mila 788 in termini assoluti), quella degli inoccupati sfiora il 9 per cento (24mila 740 unità) mentre gli occupati si attestano intorno al 55,42 per cento (153mila 561 in cifra assoluta). E ancora, valutando il dato tra i sei Centri per l’impiego della provincia, a Taranto chi è senza lavoro raggiunge il 38,2 per cento, nel distretto di Castellaneta il 9,35, nel Centro di Grottaglie il 16,30 per cento, a Manduria il 14,66, a Martina Franca l’11,91 e, infine, nel Centro per l’impiego di Massafra la percentuale (censita) dei disoccupati arriva al 9,57 èer cento. Infine, per quel che riguarda le fasce d’età, tra i senza lavoro, manco a dirlo, i più numerosi sono quelli compresi nella fascia 45 - 54 anni (25mila 488) ovvero in quel periodo della vita in cui è difficile trovare una nuova occupazione se si viene espulsi dal mercato del lavoro e, in realtà, soprattutto quella tra i 18 e i 35 anni (29mila 100), termometro ulteriore qualora ce ne fosse ancora bisogno del dramma della disoccupazione giovanile in provincia di Taranto e, più in generale, al Sud.

Sin qui, i dati. La Gazzetta sul complesso tema, ha raccolto le opinioni di due esponenti del mondo economico - sindacale ionico. Si tratta di: Paolo Peluso, segretario generale della Cgil e di Salvatore Toma, presidente di Confindustria.

«Di fronte a questi dati - osserva Peluso - bisognerebbe cambiare radicalmente il modo di ragionare ovvero non osservarli dandoli come un fatto inelluttabile, ma piuttosto capire che in questo Paese vanno finalmente invertite le politiche per il lavoro. E poi - insiste il segretario generale della Cgil ionica - di cosa parliamo se proprio nella pubblica amministrazione (scuole, enti locali, ministeri) c’è una carenza di organico paurosa? Se lo Stato, per primo, non investe partendo magari dal Sud chi lo dovrebbe fare? Per il resto, sono letteralmente angosciato - ammette Peluso - dai dati sulla disoccupazione giovanile che sono poi rappresentati dall’emigrazione verso il Nord e dal crollo demografico di Taranto».

Dal canto suo, il presidente di Confindustria fa sapere che «fortunatamente, dopo gli ultimi concorsi, il Centro per l’impiego di Taranto vedrà aumentare sensibilmente il suo scarso organico grazie all’innesto di 60 nuove unità. Non a caso, a settembre, Confindustria Taranto - aggiunge il presidente Toma - sottoscriverà un protocollo d’intesa con il Centro. In estrema sintesi - spiega il presidente di Confindustria - saremo noi a dire quali figure professionali servono alle nostre imprese». Più in generale, Toma chiede di investire molto nel campo delle formazione soprattutto in quei settori «penso alle bonifiche che diventeranno sempre più importanti per un territorio come il nostro che non deve rinunciare all’industria ma ad uno stabilimento decarbonizzato deve aggiungere altre forme di sviluppo economico». Poi il presidente di Confindustria getta uno sguardo a chi, ultra 50enne, viene considerato in esubero e non riesce più a rientrare nel mondo del lavoro. Per loro, il numero uno della Confindustria ionica chiede «sgravi contributi e incentivi, così come ci sono peri più giovani, che consentano la loro assunzione».

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