TARANTO - «Le risorse per le bonifiche sono sufficienti? È difficile stabilirlo perché per alcuni siti si sta ancora completando la caratterizzazione. Del tanto inquinamento che c’è probabilmente non si ha ancora contezza». A denunciarlo è stato il presidente della Commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli (M5S), parlando ieri con i giornalisti a margine della seconda delle tre giornate di missione a Taranto per verificare lo stato dell’arte delle bonifiche e degli interventi di risanamento ambientale. Oggi le ultime visite ispettive alle scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino del rione Tamburi (dove sono stati installati impianti di ventilazione meccanica per il problema delle polveri che si riversano sulla città nei Wind day) e a un sito di pertinenza di Acciaierie d’Italia.
Presidente, il prefetto Demetrio Martino, commissario per le bonifiche, ha spiegato che il fondo destinato all’attività di bonifica ammonta a circa 215 milioni di euro e le risorse ancora da trasferire alla contabilità sono circa 66 milioni. Quella della dotazione finanziaria è una coperta corta?
«Non è semplice stabilire se i soldi basteranno o meno. Certo è che è impensabile che ci sia una rimozione dell’inquinamento in toto, ma la messa in sicurezza va fatta e deve essere fatta».
Dal giro di sopralluoghi al deposito Cemerad di Statte, alle discariche, al Mar Piccolo e ai siti di competenza di Ilva in As e di Acciaierie e dalle audizioni del prefetto, del procuratore, dell’assessore regionale all’Ambiente e del sindaco che idea avete maturato?
«Per Taranto ci stiamo occupando in maniera specifica dell’argomento ex Ilva, che è molto vasto. Abbiamo visto tanti siti dove tecnicamente è davvero complesso procedere alla bonifica. Sicuramente il fatto delle competenze frammentate, dei passaggi tra un commissario e l’altro non sta aiutando, purtroppo. Siamo qui anche per cercare di fare chiarezza e di sbloccare situazioni di difficoltà».
Per il Mar Piccolo in particolare, secondo documenti di Ispra e Asl, servirebbe un miliardo di euro per la bonifica completa. Il vecchio progetto è stato bloccato e ora si sta pensando di recuperare uno studio del Cnr del 2014. Cosa si sta pensando di fare per accelerare questo percorso?
Anche per quanto riguarda la bonifica del Mar Piccolo, la situazione è molto complessa perché il cambio di commissario (da Vera Corbelli al prefetto Martino, che ha ottenuto un’ulteriore proroga, ndr) non sta aiutando. In pratica si sta ricominciando daccapo e ci sono delle sperimentazioni in atto. Noi chiederemo prossimamente tutta la documentazione al commissario, che non ha ancora una struttura completa a disposizione e non sappiamo perché. Mi chiedono anche perché si sia cambiato commissario. Capisco che non esiste un ruolo a vita, per carità. Abbiamo visto anche che c’è una difficoltà nel passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo. Anche su questo noi abbiamo strappato la promessa a entrambi. Ci metteremo attorno a un tavolo e cercheremo di fare chiarezza su alcuni dati che il nuovo commissario e Ispra recriminano che non siano stati forniti in maniera esaustiva».
Avete annunciato che è stato aperto un «apposito filone d’indagine su Taranto», ma l’iter cosa prevede?
«Stiamo acquisendo la documentazione, stiamo sentendo i diretti protagonisti, andiamo sul posto e a tra qualche mese faremo una relazione dove evidenzieremo le problematiche e anche le poche cose positive che si stanno facendo».