TARANTO - Potrebbe non aver fatto tutto da sola Margherita Albano, 33enne tarantina finita ai domiciliari con l’accusa di aver finto di essere una promotrice finanziaria e aver fatto sparire, secondo l’accusa, oltre 160mila euro di risparmi di due famiglie. Dalle carte dell’inchiesta emergono infatti nuovi dettagli che potrebbero rappresentare il prossimo step dell’indagine dei finanzieri guidati dal Tenente Massimiliano Montinaro. In particolare i finanzieri sono chiamati a fare chiarezza sui rapporti tra una delle presunte vittime e la stessa Albano. Negli atti, infatti, è emerso che la presunta vittima è apparsa una figura «controversa e ambigua» visto che aveva effettuato una serie di viaggi con l’indagata, manteneva contatti telefonici con «inusitata frequenza giornaliera», ma soprattutto non avrebbe presentato denuncia per truffa nonostante avesse disposto «bonifici consistenti in favore di Albano».
Lo stesso gip Francesco Maccagnano, inoltre, ha spiegato la scelta dei domiciliari evidenziando che la donna potrebbe inquinare le prove e impedire «l'individuazione di eventuali complici della Albano messisi a disposizione per raccogliere ed occultare gli illeciti profitti». Insomma qualcuno potrebbe averla aiutata e non solo a far sparire i soldi. Fonti investigative ritengono che il sistema potrebbe non essere stato interamente frutto della inventiva della donna, ma potrebbe essere stata coinvolta da qualcuno che aveva già collaudato il sistema in precedenza.
L’indagine, insomma, non è affatto chiusa e i prossimi passi potrebbero rivelare anche nuovi clamorosi risvolti. Qualche ora fa, intanto, la 33enne è comparsa dinanzi al gip Francesco Maccagnano per l’interrogatorio di garanzia: accompagnata dal suo difensore, l’avvocato Andrea Salinari, la donna ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Scena muta, insomma. Ma solo per ora.