TARANTO - Un caso al giorno per almeno 4 giorni su sette. È la drammatica statistica delle truffe che vanno a segno in provincia di Taranto e che vedono gli anziani vittime di persone senza scrupoli. I numeri raccontano con cruda efficacia quello che diventando un fenomeno pericolosamente diffuso. Dalla «truffa del pacco» al finto incidente stradale. Alle sale operative delle forze dell’ordine ogni giorno fioccano le segnalazioni di raggiri ai danni di anziani. Quello dell’incidente fantasma, in particolare, sembra essere il preferito dalla banda di malfattori che ha preso di mira il Tarantino negli ultimi giorni. Si telefona alla persona prescelta (quasi sempre donna e anziana) comunicando che il nipote ha subito un incidente stradale, oppure che ha bisogno di assistenza legale per «evitare il carcere» dopo un grosso guaio che gli è capitato.
Tutto finto, ovviamente, ma la vittima 9 volte su 10 viene presa dal panico e ci casca. Anche perché si trova di fronte a veri e propri professionisti del settore che, prima di agganciare il o la malcapitata, studiano per giorni il suo profilo. L’organizzazione della truffa viene completata, per conferma, da una seconda telefonata di uomo che si spaccia per carabiniere per poi passare a casa dell’anziana a «recuperare» un acconto per spese legali. L’invito, quindi, è di prestare molta attenzione alle telefonate di sconosciuti e di consultare sempre un familiare, di avvisare le forze dell’ordine e quindi di sporgere denuncia. L’ultimo caso in ordine di tempo è avvenuto a Taranto solo un paio di giorni fa. La vittima, un’anziana nonna, è stata agganciata proprio con la truffa del nipote. I malviventi le hanno portato via contanti, gioielli e i ricordi di una vita. ù
La procura ha aperto un fascicolo e e ha delegato le indagini alle forze dell’ordine. Poche le notizie che trapelano da via Marche. Quello che siamo riusciti a sapere sulle indagini in corso è che ad agire in tutta la provincia di Taranto non c’è solo un gruppo, ma più soggetti per lo più proveniente dall’area Campana. Il loro modo di agire è quasi sempre lo stesso, come se il copione delle truffe fosse messo a sistema, studiato in qualche modo e appreso dai malfattori di professione. La vittime viene scelta con grande attenzione. Quasi sempre vive da sola, è e molto spesso è una donna per far leva sull’istinto materno. Il caso del nipote è emblematico perché la vittima quasi sempre ne ha uno e soprattutto alla notizia del finto incidente va quasi sempre in confusione per l’agitazione che la vicenda le procura.
Con l’arrivo dell’estate, con le città che si svuotano lasciando sempre più gli anziani soli nelle loro case, il fenomeno delle truffe rischia di diventare una vera e propria emergenza. Qualche volta le forze dell’ordine arrivano in tempo a bloccare i malfattori prima che la truffa vada a segno, ma spesso, dietro un paio di denunce si perdono chissà quanti casi mai segnalati un po’ per vergogna, un po’ per mancanza di informazione. Già l’informazione. Parola chiave per cavarsela anche in casi spiacevoli come l’incontro con un truffatore. Proprio per questo, la Questura di Taranto sta approntando un video che, simulando le truffe più frequenti, spieghi agli anziani come fare per difendersi. Il video sarà diffuso anche nelle parrocchie, al termine delle messe domenicali con la speranza di raggiungere quante più persone possibili.
I raggiri - raccontano gli investigatori -, sono tra i più vari. I malviventi si presentano come inviati di enti, parrocchie e associazioni religiose, falsi incaricati del Comune, dell’Inps o della banca, finti operai dei gestori di energia, gas e telefono. E allora che fare? Come proteggersi? I consigli sono quelli dettati dal buon senso. Non aprire la porta di casa a sconosciuti anche se vestono una uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificare con una telefonata da quale servizio siano stati mandati gli operai che bussano alla porta di casa e per quale motivo. Ricordare che nessun ente manda personale a casa del cliente per il pagamento delle bollette, per rimborsi o sostituire banconote false consegnate erroneamente. Non fermarsi mai per strada per dar ascolto a sconosciuti che offrono facili guadagni, o chiedono di controllare il libretto di pensione. Farsi accompagnare quando si prelevano o depositano soldi e se si ha il sospetto di essere pedinati, chiamare subito il «113» o il «112».