TARANTO - Manca solo il contratto tra il Comune di Taranto e la società che si è aggiudicata la gara d’appalto per i lavori. Verrà compiuto, quindi, nelle prossime settimane l’ultimo passaggio che precederà l’apertura del cantiere di Palazzo Troilo. Lo storico edificio di via Duomo, a due passi da «San Cataldo», sarà al centro di interventi pari a 3,3 milioni di euro assegnati ad un’impresa di Gravina in provincia di Bari. Già, ma per fare cosa? Quali attività verranno realizzate? Secondo il progetto, in particolare, la vocazione (o meglio la funzione) del palazzo sarà prevalentemente culturale, ma avrà anche degli spazi commerciali ed economici. In particolare, all’interno del futuro Palazzo Troilo, ci sarà un punto ristoro, ma anche un piccolo negozio che probabilmente venderà dei souvenir o qualcosa di simile. Di certo, come è evidente che sia, non saranno certo queste le attività principali previste dal progetto varato nel corso della precedente Amministrazione comunale (giunta Melucci). Ed allora, nel Palazzo Troilo che verrà ci sarà una sala convegni, delle aree in cui allestire delle mostre e nache degli spazi per organizzare un modello di coworking, formula inglese con cui si intende il lavoro condiviso anche tra aziende diverse.
In Città Vecchia, come è ormai noto, non c’è solo Palazzo Troilo al centro di progetti e programmi di riqualificazione da parte del Comune di Taranto. Ancora più ravvicinata è la prossima tappa che riguarda l’immobile situato tra via Garibaldi e vico Novelune. Che, secondo indiscrezioni che filtrano da ambienti vicini all’Amministrazione comunale, dovrebbe portare (il 2 maggio) alla sottoscrizione del contratto tra il Municipio e le imprese aggiudicatrice dell’appalto (1,5 milioni in favore di un’azienda tarantina). In questa circostanza, in particolare, il progetto prevede la realizzazione di uno studentato ovvero di 37 alloggi da destinare agli studenti universitari. Soluzione, questa, che ha incontrato la collaborazione da parte dell’Adisu (agenzia per il diritto allo studio universitario). Che, questa volta in tandem con la Provincia, punta alla trasformazione (anche) di Palazzo Frisini da rudere a residenza universitaria per oltre 90 studenti. Il progetto dell’edificio di via Mazzini, invece, attende il finanziamento da parte del ministero dell’Università.
E, infine, c’è Palazzo Carducci. Che diventerà un contenitore culturale e, di fatto, un contenitore di se stesso. Per la riqualificazione di questo storico immobile, è stato assegnato un appalto pari a circa 4,5 milioni di euro in favore di un’azienda di Acquaviva delle Fonti. Una volta terminata la fase della verifica dei requisiti amministrativi, poi ci sarà da parte degli uffici comunali la pubblicazione del provvedimento (in gergo, si chiama determina) di aggiudicazione definitiva dell’appalto stesso. E, successivamente, si dovrà (anzi, si potrà) procedere alla alla sottoscrizione del contratto tra il Comune di Taranto e l’impresa appaltatrice. E solo a quel punto potrà essere effettivamente aperto il cantiere per l’avvio dei lavori. Che, probabilmente, dovrebbe essere inaugurato entro la prossima estate. Si concluderà così, solo a quel punto, il tris di palazzi storici per i quali, da oltre un decennio ormai, si parla di riqualificazione.