TARANTO - L’Amiu cerca finanziamenti per l’inceneritore dei rifiuti. Da quel che risulta alla Gazzetta, infatti, i vertici dell’azienda d’igiene urbana totalmente partecipata dal Comune di Taranto starebbero cercando di individuare le risorse finanziarie per far ripartire l’impianto. Che dopo essere stato inizialmente cancellato, nello scorso novembre in seguito alle modifiche introdotte, è tornato a far parte del Piano regionale dei rifiuti. Ma, naturalmente, a patto che sia completamente ristrutturato o, come si dice in gergo ricorrendo ad un termine inglese, che subisca un revamping. Condizione necessaria e sufficiente, del resto, per ottenere le relativi autorizzazioni ambientali è che il sito entri in funzione solo e soltanto se dotato delle migliori tecnologie disponibili e che, quindi, non inquini e non abbia alcun impatto negativo sull’atmosfera per quel che riguarda le emissioni. Detto questo, è altrettanto evidente che comunque la decisione definitiva sulla ripresa dell’attività dell’inceneritore dell’Amiu verrà assunta solo e soltanto dal prossimo sindaco di Taranto che vincerà le prossime elezioni amministrative previste per il prossimo mese di giugno. E comunque sia, anche in caso di parere positivo, tra acquisizione dei finanziamenti, definizione dei tre livelli di progettazione, conferenze di servizi, autorizzazioni ambientali e, infine, avvio e conclusione dei lavori trascorreranno anni prima di vedere l’impianto - fermo dal 2013 - nuovamente in marcia.
I finanziamenti, dunque. È ipotizzabile, anzi forse in realtà si tratta anche più di un’ipotesi, che l’ex ministero dell’Ambiente ovvero il ministero per la Transizione ecologica (Mite) abbia a disposizione delle risorse da destinare a progetti di questo tipo che puntino a rendere ecosostenibile un impianto di questo tipo. Certo, ma quanti soldi servirebbero? In mancanza di uno studio di fattibilità tecnica ed economica aggiornato, è davvero difficile azzardare delle cifre, ma una stima del lontano 2015 fissò in 8 milioni di euro la cifra occorrente per rinnovare il sito di proprietà dell’azienda d’igiene. Ora, al momento, è problematico se non impossibile sostenere che quella somma sia ancora sufficiente o se, invece, servano maggiori risorse. Per questo, bisogna attendere che l’azienda presieduta da Giampiero Mancarelli abbia un progetto tra le mani.
Dunque, in linea teorica, l’Amiu (pardon, Kyma Ambiente) potrebbe contare su finanziamenti ministeriali e forse anche regionali. Bene, ma non solo. Non si può escludere, infatti, che si possa dar vita ad accordi con società private che potrebbero gestire il rinnovato impianto. E, anche in questo caso, potrebbe anche verificarsi l’opzione in base alla quale il privato si accolli i costi dell’intervento, ma sfruttando a suo favore i proventi e gli utili della gestione dell’inceneritore per un determinato numero di anni (20 o 30 almeno).
Nell’area dell’inceneritore, infine, come è noto, c’è anche l’impianto di compostaggio per il quale, così come già riportato nei giorni scorsi su queste pagine, l’agenzia regionale (Ager) ha chiesto di accedere ai fondi stanziati nell’ambito del Pnrr per ottenere un finanziamento pari ad oltre 25 milioni di euro. Obiettivo, portare la capacità dell’impianto da 15mila a 25mila tonnellate annue.