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Covid a Taranto, tutti di nuovo in fila per i tamponi in farmacia

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

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Solo ieri 308 nuovi casi con un tasso di positività raddoppiato rispetto a una settimana fa

Martedì 15 Marzo 2022, 11:39

12:39

TARANTO - Lunghe code di gente in attesa di fare il tampone nei pressi delle farmacie. Tanti i positivi soprattutto nella fascia d’età adolescenziale. Il bollettino regionale è tornato a salire in maniera vertiginosa. Solo ieri nel Tarantino si sono registrati 308 nuovi casi con un tasso di positività raddoppiato rispetto a solo una settimana fa. Il 14 marzo 2020 il primo ricovero del «paziente zero» in provincia di Taranto.

Sono scene ordinarie di una pandemia che sembrava essersi rarefatta, scene a cui rispondiamo con grande preoccupazione. Il punto è che aumentano i contagi non solo a casa ma anche in corsia. Da una parte abbiamo i ragazzi che non ne possono più di stare in casa e contraggono l’infezione da loro coetanei, dall'altra i no vax nelle corsie degli ospedali, appartenenti ad una fascia d’età variabile, ma orientativamente non giovani e che rappresentano il 70% sul totale dei ricoverati per Covid.

Solo nelle ultime giornate si è registrato nuovamente un aumento degli accessi al Pronto Soccorso per pazienti che necessitano di ventilazione, proprio mentre sembrava che i reparti si stessero svuotando. L’impennata dei casi potrebbe essere correlata alle temperature che tornano a scendere? Lo abbiamo chiesto al direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia del Moscati, dottor Giancarlo D’Alagni. «C’è certamente una concomitanza temporale, ma è difficile affermare o meno l’incidenza delle temperature sulla proliferazione del virus. Un elemento non trascurabile è nella calata attenzione delle norme di prevenzione che non fa altro che impedire il contenimento dei contagi».

L’unità di Pneumologia si è occupata in questi mesi della somministrazione della terapia con anticorpi monoclonali, terapia destinata a pazienti fragili ma positivi al Covid con sintomi lievi. «Oggi grazie all’autorizzazione AIFA – ha evidenziato il direttore D’Alagni – ci stiamo organizzando per trattare con nuovi farmaci monoclonali pazienti non ancora positivi, ma ugualmente fragili. I monoclonali consentono una copertura nei sei mesi successivi alla somministrazione». Il vaccino rimane il trattamento più efficace per ridurre i contagi e proteggere dall’infezione da Covid.

«Rimane fondamentale concludere il ciclo vaccinale in tutti i soggetti della popolazione». Le considerazioni del direttore D’Alagni si focalizzano sulla terapia basata su anticorpi monoclonali che rappresentano un vero e proprio traguardo, in quanto consentono di ridurre l’ospedalizzazione dei soggetti oncologici o ematologici e in generale degli immunodepressi, ai quali il vaccino non ha garantito alcuna immunità. «Grazie ai nuovi farmaci monoclonali – ha concluso D’Alagni – questi pazienti non saranno costretti ad interrompere le cure per le loro patologie come è avvenuto in piena pandemia. Non solo, agendo in maniera profilattica, siamo in grado di tutelare i soggetti più fragili e ridurre drasticamente le forme più gravi. Ciò comporterà una riduzione degli accessi al Pronto Soccorso e di conseguenza nei reparti Covid. Dal 31 marzo cambiano le regole, ma noi medici invochiamo la massima serietà nel rispetto delle norme di igiene e dell’utilizzo dei dispositivi che garantiscono la sicurezza e limitano la diffusione del virus».

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