Sabato 06 Settembre 2025 | 19:09

Taranto, i pescatori protestano contro il caro-carburanti

 
Redazione online (Foto Todaro)

Reporter:

Redazione online (Foto Todaro)

Taranto, pescatori sulla banchina

foto Massimo Todaro

Domani sit-in di protesta alla banchina di via Cariati di Legacoop, Agroalimentare e Aggi pesca

Martedì 08 Marzo 2022, 09:21

15:08

TARANTO - «Colpiti e affondati». È una delle frasi riportate sui cartelli mostrati dai pescatori di Taranto che si sono radunati in presidio sulla banchina della città vecchia per protestare contro il caro-carburante e l'aumento dei costi dell’attrezzatura da lavoro e delle materie prime, considerati insostenibili. Da ieri gli operatori del settore hanno fermato i loro pescherecci e iniziato lo sciopero che sta comportando l’assenza dai banchi di vendita e dai ristoranti del prodotto ittico locale.

«Pescatori alla fame», «Pescatori senza futuro», «Salviamo la pesca», «Più costi, meno ricavi uguale fallimento», «Game over»  sono solo alcun dei cartelli che campeggiavano sulla banchina. Al governo gli operatori chiedono di contenere i prezzi del carburante e di provvedere a un ristoro per fronteggiare la crisi. «E' impossibile - ha detto uno dei pescatori presenti al sit-in - riprendere il mare con questi costi. Per una singola battuta di pesca servono 600-700 euro come minino e se non c'è guadagno si va in bancarotta. Come facciamo a mandare avanti le nostre famiglie?». Negli ultimi mesi, sostengono gli operatori, «il costo del gasolio è triplicato ma è aumentato del 60% anche il prezzo dei cavi in ferro per trainare i pescherecci. Non sappiamo che fine faremo. I costi vanno abbassati». «Il governo - concludono - ci venga incontro e ci consenta con dei sostegni di rifiatare un pò. Taranto è una città marinara e non può rinunciare alla pesca, all’itticoltura e alla mitilicoltura che hanno sempre rappresentato un punto di forza». 

Legacoop Agroalimentare e Agci Pesca, intanto hanno già annunciato per domani, alle ore 11, un sit-in alla banchina di via Cariati, in attesa dell’incontro che si terrà mercoledì mattina al Ministero delle Politiche Agricole. 

Federpesca fa sapere che la decisione è stata presa «dalla maggior parte delle marinerie a causa dell’aumento del costo del gasolio che dalla fine dell’anno ad oggi è cresciuto senza tregua. Una situazione che rende sconveniente andare in mare e che ha costretto molte imprese a fermarsi per evitare ulteriori perdite». 

Oggi pomeriggio è previsto un incontro al Ministero  delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali «con l’obiettivo di affrontare questa emergenza e trovare soluzioni per il settore della pesca, duramente colpito dal caro energia. Al Governo chiederemo di prevedere interventi specifici per il settore nel Decreto sul caro energia in discussione questa settimana e di impegnarsi per accelerare i pagamenti dei contributi Covid che le imprese attendono da molti mesi». 

«Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che rischia di avere contraccolpi socio economici ed occupazionali devastanti». Così Cosimo Bisignano di Legacoop Agroalimentare ed Emilio Palumbo di Agci Pesca in merito allo sciopero avviato dalla marineria tarantina contro il caro carburante e dopo il sit-in di questa mattina degli operatori del settore sulla banchina di via Cariati. Le barche sono ferme e vi resteranno per il resto della settimana in adesione alle iniziative nazionali di protesta organizzate a livello nazionale dalle associazioni di categoria. «Se il valore del pescato - aggiungono - non supera i costi ovviamente andiamo sotto. Chiaro che questa, insieme a tutte le altre problematiche del comparto, diventa una montagna difficile da scalare. Bisogna fare i conti con una regolamentazione astratta e spesso inapplicabile e che non tiene conto delle profonde differenze tra ecosistema del mare del nord e del Mediterraneo, e delle profonde differenze socio-economiche delle flotte operanti in questi aree. Quadro - concludono - che oggi si aggrava con l'aumento esorbitante del costo del gasolio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)