TARANTO - Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri hanno respinto l’accusa: così hanno risposto alle domande del gip di Taranto Francesco Maccagnano gli otto autisti di bus urbani di Kyma mobilità-Amat indagati per aver abusato sessualmente per 18 mesi, sui mezzi pubblici a loro affidati per motivi di servizio, di una 20enne disabile di utilizzava spesso i pullman. Le violenze sarebbero avvenute sugli autobus che venivano parcheggiati in luoghi isolati: o sotto un cavalcavia nei pressi del capolinea al porto mercantile o nei pressi di una delle portinerie dell’ex Ilva. Tra gli indagati c'è anche chi ha riferito di aver avuto con la presunta vittima un rapporto consenziente e chi ha chiarito che nel periodo contestato non svolgeva più le mansioni di autista.
Il gip Maccagnano, che ha respinto la misura degli arresti domiciliari richiesta dalla Procura, ha imposto nei loro confronti il divieto di avvicinamento alla ragazza e al suo fidanzato, che nel giugno 2020 l’ha convinta a denunciare le violenze ai carabinieri. Nell’ordinanza cautelare emessa dal gip sono descritte le condotte degli autisti, tra i 40 e i 62 anni, e vengono riportati i loro scambi di foto, i messaggi e le telefonate intercettate.