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Mittal, a Taranto nuovo sit-in imprenditori e autotrasportatori dell'indotto

 
Redazione online

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Conte: «Mittal chiede 5000 esuberi, inaccettabile». Governo disponibile a discutere immunità

Manifestazione spontanea per rappresentare il malessere delle aziende rispetto alle troppe incognite sul loro futuro e sul futuro assetto dello stabilimento siderurgico

Martedì 23 Marzo 2021, 10:45

10:47

Un gruppo di imprenditori e autotrasportatori dell’indotto ex Ilva si è presentato oggi, per il secondo giorno consecutivo, sotto la Prefettura di Taranto per un sit-in promosso per cercare di ottenere risposte in merito all’incontro col Governo già richiesto ieri al prefetto Demetrio Martino. Gli imprenditori, che stanno osservando le disposizioni anti Covid, riferiscono che si tratta di «una manifestazione spontanea per rappresentare il malessere delle aziende rispetto alle troppe incognite sul loro futuro e sul futuro assetto dello stabilimento siderurgico».


Alcune ditte di autotrasporto, a quanto si è appreso, oggi hanno ricevuto da ArcelorMittal il bonifico dei pagamenti, ma la richiesta di incontrare con urgenza il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti è legata all’incertezza sulla situazione complessiva dello stabilimento e alle recenti dichiarazioni dell’azienda che ha annunciato «un rallentamento temporaneo dei piani di investimento», fino a quando Invitalia non verserà i 400 milioni di euro pattuiti per l’aumento di capitale. Una delegazione di imprenditori sarà ricevuta dal prefetto per fare il punto sull'interlocuzione con il governo.

Sit-in di lavoratori e delegati sindacali di Usb, Fim e Uilm questa mattina davanti alla sede della ditta Giove dell’appalto ex Ilva, nella zona industriale di Statte (Taranto). Si lamenta il ritardo nel pagamento delle retribuzioni da parte della società, che a sua volta rivendica crediti nei confronti di ArcelorMittal. Alla ditta dell’indotto, che conta circa 60 dipendenti, sono affidati interventi di manutenzione all’interno della fabbrica.
«La Giove Srl - sottolinea in una nota il coordinamento provinciale Usb - non ha ancora versato ai dipendenti le mensilità di dicembre, gennaio e febbraio ed è finanche arrivata a paventare la decurtazione delle giornate in cui i lavoratori, ormai stremati, hanno aderito alle manifestazioni organizzate al fine di richiamare la stessa alle sue responsabilità». Secondo l'Unione sindacale di base, sono «inaccettabili le scuse dell’azienda che scarica il rischio, tipico dell’attività imprenditoriale, sull'anello debole della catena, cioè sui dipendenti, asserendo che fino a quando non arriva il pagamento da ArcelorMittal, non sarà in grado di onorare gli stipendi».
Lavoratori e sindacati restano «in attesa di risposte - conclude l’Usb - da parte del Prefetto di Taranto sulla cabina di regia». (

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