TARANTO - Un’offerta di lavoro stabile a Michela Piccione, tra i 36 nuovi Cavalieri della Repubblica nominati l’altro giorno dal presidente Mattarella, è giunta dalla Tim. La 35enne denunciò le condizioni di sfruttamento nel call center di Taranto in cui era impiegata, poi chiuso dopo un esposto presentato con la Slc Cgil, che ora rende nota l’offerta dell’impresa di telecomunicazioni, migliore rispetto alle sue attuali condizioni, regolari, di lavoratrice a progetto.
«Da ex sfruttata in un call center a Cavaliere della Repubblica dopo la sua coraggiosa denuncia ed ora lavoratrice subordinata. La lotta sindacale paga», commentano Riccardo Saccone, Nicola Di Ceglie e Andrea Lumino della Slc Cgil nazionale, regionale e di Taranto.
Nel call center chiuso dopo la denuncia di Michela, le operatrici ricevevano paghe da fame, da 33 centesimi a un massimo di 1,18 euro l’ora, con tagli in caso di assenza anche di soli tre minuti per andare alla toilette. Il «lieto fine della storia di Michela Piccione», aggiungono i sindacalisti, «è la dimostrazione che esiste ancora in questo Paese una alternativa credibile alla precarietà, allo sfruttamento. E ci dice anche che il sindacato deve essere vicino alle tante Michela che avrebbero anche il coraggio di non piegare la testa, ma non sempre trovano di fianco qualcuno che le supporti». Saccone, Di Ceglie e Lumino ringraziano inoltre "l'azienda che ha fatto un passo importante con la proposta di lavoro vero a Michela. Tutto questo deve essere il suggello di un nuovo patto che - concludono - veda anche le committenze sempre più impegnate affinché i loro appalti siano gestiti con rispetto e dignità per le lavoratrici ed i lavoratori».
Melucci: «Che l’esempio di Michela spinga quanti subiscono soprusi a ribellarsi» - «Michela Piccione è una donna forte, diretta, come sanno esserlo solo le donne. Racchiude in sé la determinazione di una terra stufa di piegarsi al sopruso, all’ingiustizia», così in una nota il sindaco di Taranto si complimenta con il neo cavaliere della Repubblica. «Michela rappresenta tutti i lavoratori sfruttati, condizione che ha trovato forme nuove, ma che non smette mai di indignarci. Michela ha denunciato un abuso ignobile, una paga ottocentesca per un lavoro che, invece, rappresenta oggi quell’innovazione cui auspichiamo. Ci auguriamo che il suo esempio spinga quanti subiscono soprusi a ribellarsi e renda tutti consapevoli di avere la forza di rivendicare i propri diritti. Per questo siamo lieti per il riconoscimento che il Presidente Sergio Mattarella ha voluto assegnarle, perché con il cavalierato del lavoro testimonierà ovunque la resilienza della nostra terra»