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Ex Ilva, pressing Uilm: «Un negoziato rapido»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Ex Ilva, pressing Uilm: «Un negoziato rapido»

foto Todaro

Il segretario Talò: «Priorità sicurezza e tutela occupazione»

Domenica 18 Ottobre 2020, 12:11

«Abbreviare, per quanto possibile, i tempi della prossima convocazione per il reale avvio del negoziato sulla vicenda dell’ex Ilva che, differentemente dal passato, deve necessariamente condurre ad un percorso spedito di confronto». È la richiesta della Uilm di Taranto, primo sindacato per iscritti all’interno della fabbrica, dopo il comitato direttivo che ha visto la relazione del segretario Antonio Talò. «Sarà prioritario e fondamentale porre sin dalle prossime riunioni con il Governo le nostre ragioni sulle questioni legate alla messa in sicurezza degli impianti che devono seguire un percorso di realizzazione certo e in linea con i criteri dell’accordo del 6 settembre 2018 - aggiunge il sindacato - parimenti serve assicurare la salvaguardia occupazionale dell’intero bacino di lavoratori sociali e di Ilva in Amministrazioni straordinaria attraverso politiche straordinarie mirate all’occupazione e, sino al completamento del nuovo piano industriale, prevedere l’utilizzo di ammortizzatori sociali adeguati che possano nei fatti dignitosamente sostenere il già protratto danno economico e sociale subito dai lavoratori». Secondo la Uilm, «serve rapidamente uscire dall’illogico di utilizzo dei convenzionali ammortizzatori sociali per gestire fasi straordinarie ed eccezionali, anche in direzione dell’avvio delle nuove politiche industriali che interesseranno l’intero panorama della siderurgia italiana».
Misure adeguate, uguali a quelle dei lavoratori diretti ArcelorMittal e di Ilva in amministrazione straordinaria, Uilm le rivendica anche per il personale dell’indotto appalto siderurgico di ArcelorMittal: «Si rende imprescindibile affermare in maniera stabile la non disparità dei lavoratori nel contesto che interesserà i prossimi scenari legati alla fase di transizione annunciata dal Governo».

Sempre sul fronte Ilva, ieri gli attivisti del Comitato Cittadino per la Salute e l'Ambiente hanno tenuto un flash mob davanti al Municipio protestando nuovamente per la contraddizione tra le norme anti-Covid e i wind day, i giorni in cui il forte vento riversa in particolare sul rione Tamburi le polveri cancerogene del siderurgico ArcelorMittal. Il Comitato fa notare che la normativa anti-Covid dispone «un costante ricambio dell’aria per evitare eventuali contagi dovuti al ristagno ed è auspicabile dunque tenere le finestre aperte, ma al contrario per i Wind day è opportuno tenere le finestre chiuse senza ricambio di aria, per ridurre il Pm10». Sono stati mostrati striscioni e cartelloni con articoli della Costituzione e le scritte: «I bimbi di Taranto sono farfalle con le ali spezzate», «La città del Cowind19», «Da due anni 4.000 cittadini attendono una risposta alla petizione», per la chiusura delle fonti inquinanti. Tre attivisti hanno anche utilizzato le sagome con i volti del sindaco Melucci, del governatore Emiliano e del premier Conte emulando il gesto «non vedo, non parlo e non sento».

Ma la vertenza ArcelorMittal non è l’unica della provincia di Taranto. Il comitato direttivo della Uilm ieri si è occupato del sito produttivo di Leonardo a Grottaglie, dove si costruiscono due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787. Uilm evidenzia in una nota che «particolare attenzione è stata nuovamente rivolta agli effetti negativi della monocommittenza Boeing che si unisce ai drammatici effetti della pandemia nel settore aerospazio, per effetto dei quali l’intero settore rischia una battuta di arresto senza precedenti, dalle imprevedibili conseguenze sia sul piano della diminuzione dei volumi produttivi che su quello occupazionale». E sollecita la costituzione del tavolo nazionale sulle aerostrutture, con il «consolidamento di un processo di scelte industriali che tendano ad affermare sito produttivo di Grottaglie».

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