TARANTO - Parte anche senza accordo sindacale, così come accaduto nelle precedenti proroghe, la cassa integrazione ordinaria con causale Covid (dopo la revoca della Cig ordinaria per 13 settimane) per i dipendenti dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, che riguarda un numero massimo di 8149 addetti a far data dal 3 agosto e per sei settimane. L’incontro di oggi tra la multinazionale e i sindacati si è concluso con un nulla di fatto. Fim, Fiom, Uilm e Usb comunicano di aver «abbandonato il tavolo» in quanto "l'azienda, ancora una volta, ha preferito non entrare nel merito delle richieste sindacali trincerandosi dietro il solito slogan: siamo quotati in borsa e subiamo continuamente un danno d’immagine».
Le organizzazioni sindacali avevano fatto «richiesta - precisano - di un approfondimento sugli assetti di marcia, prospettive future di impianti attualmente fermi e sulla difficile situazione che attraversano i lavoratori dell’appalto». Secondo Fim, Fiom, Uilm e Usb, ArcelorMittal "continua a trincerarsi dietro decreti d’urgenza, all’interno dei quali è prevista la cassa integrazione con causale Covid, che lasciano di fatto campo libero alle aziende e penalizzano i lavoratori». I sindacati ritengono «inaccettabile l'atteggiamento della multinazionale e pertanto - concludono - si rende necessario l’intervento immediato del governo per affrontare nel merito alcune questioni che riguardano il futuro ambientale di migliaia di lavoratori».