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Massafra, l'addio al piccolo Michele bimbo di 20 mesi annegato in piscina

 
Redazione online

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Puglia, 4mila assunzioni per il 118

Ieri pomeriggio sono stati celebrati i funerali del piccolo di Massafra. Salvati altri tre minori dal 118. La raccomandazione di Balzaneli, direttore Set 118: «I bimbi imprevedibili e inconsapevoli del pericolo: non vanno mai persi di vista»

Lunedì 17 Agosto 2020, 09:57

MASSAFRA - Un Ferragosto tragico nel Tarantino. Pianeta infanzia ed adolescenza particolarmente provati. Annegato, dopo esser sfuggito al controllo dei propri genitori, un bimbo di 20 mesi, Michele Maraglino. Non sono servite a nulla otre due ore di manovre rianimatorie e di tentativi di strapparlo alla morte. Invece, si sono salvati e sono stati trasportati al SS. Annunziata per le cure del caso un bimbo di 1 anno, affetto da una patologia congenita, che ha avuto un principio di annegamento, ed un ragazzino 12enne che, colto da crisi convulsiva mentre era a pranzo con i genitori in un ristorante sulla litoranea salentina, si è accasciato sbattendo la testa sul pavimento. «I bambini devono rimanere costantemente a vista», commenta il direttore del Set 118, Mario Balzanelli, a conclusione di una delle giornate più difficili per il sistema di soccorso.

Un attimo di distrazione è costato la vita a Michele, il secondogenito di un agronomo, Domenico Maraglino (di ieri il cordoglio del presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali, Gianrocco De Marinis, e del Consiglio dell’Ordine), e di una commercialista. Il piccolo era in compagnia di una comitiva di amici dei suoi genitori che insieme festeggiavano il Ferragosto in una casa di campagna di loro proprietà a Palagiano quando, intorno alle 16, eludendo ogni sorveglianza, è riuscito a salire su una scaletta di una piscina fuori terra ed è scivolato in acqua, annegando in pochi minuti. Quando i genitori si sono resi conto della sua assenza, era già troppo tardi. Inutili le manovre rianimatorie subito avviate, su indicazioni dettate in diretta dalla Centrale operativa del 118, da un medico che era lì sul posto. Inutili anche le manovre di rianimazione proseguite per due ore da parte dei medici e sanitari del 118 sopraggiunti pochi istanti dopo con un’automedica e un’ambulanza del Set 118 di Massafra. Sul posto sono anche intervenuti i Carabinieri per accertare l’esatta dinamica dell’accaduto. Ma non sembrano esserci dubbi tant’è che il corpicino del bambino, subito dopo l’ispezione cadaverica del medico legale Gimmy Carbotti, è stato restituito alla famiglia e portato nella sua abitazione di Massafra. Ieri alle 17, nella chiesa di San Leopoldo di Massafra, sono stati celebrato i funerali.

Qualche ora prima, intorno alle 14, su una spiaggia su viale del Tramonto, era stata fortunatamente evitata un’altra tragedia. Il bimbo di un anno che ha rischiato di annegare si trovava col padre ed indossava una ciambella salvagente, come è stato riferito ai sanitari intervenuti. I quali, constatando le condizioni con impegno respiratorio, hanno trasferito il piccolo al SS. Annunziata. Trasferito quasi contemporaneamente e nello stesso presidio anche il 12enne colto da crisi convulsiva mentre era al ristorante con i suoi. Un analogo episodio si era verificato una settimana prima quando il ragazzo era stato già portato in pronto soccorso. La vigilia di Ferragosto un altro principio di annegamento si è registrato a Marina di Pulsano con un bambino di 6 anni costretto a ricorrere alle cure dei medici del SS. Annunziata.

Ma è soprattutto la tragica morte del piccolo Michele a lasciare sgomenti. «Secondo la letteratura scientifica mondiale – riferisce il direttore del Set 118, Mario Balzanelli -, il paziente pediatrico muore improvvisamente nel 99% dei casi per una disattenzione del controllo da parte dei genitori. Questo affligge le morti pediatriche in genere causate da ostruzione delle vie aree da corpo estraneo, annegamento e da eventi traumatici in generale. C’è una caratteristica fondamentale che caratterizza la loro fase evolutiva: l’inconsapevolezza del pericolo. I bambini non sono consapevoli del pericolo e quindi adottano in completa buona fede comportamenti dalle conseguenze catastrofiche da loro non prevedibili, né gestibili. Per questo devono essere costantemente sorvegliati per quanto in modo non opprimente. Insomma, non perderli mai di vista».

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