L’esercito dei falsi steward rischia di finire alla sbarra. Sarà il giudice per le indagini preliminari Rita Romano a vagliare il prossimo 21 aprile la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Maria Grazia Anastasia nei confronti dei 68 imputati coinvolti nell’inchiesta accesa sugli steward utilizzati negli stadi dalle società del Taranto e del Martina nella stagione 2013-2014. L’accusa di associazione a delinquere è stata formulata nei confronti di tre persone: Tommaso Perniola, 49 anni, Paola Cocozza, 49 anni e Immacolata Quero, 25 anni. I tre secondo il pm avrebbero messo assieme una organizzazione che procacciava i clienti e falsificava gli attestati di partecipazione a corsi di addetto al servizio di stewarding e di addetto alla sicurezza e controllo nei locali pubblici, indispensabili per l’esercizio delle relative funzioni. Gli altri 65 imputati rispondono di falso riguardo l’utilizzo dei falsi attestati di formazione o di aggiornamento professionale.
Lo steward allo stadio di calcio è, d’altronde, un lavoro che molti giovani vogliono fare, specialmente gli studenti che hanno bisogno di un’entrata saltuaria in attesa di un lavoro stabile e full-time. Quello dello steward, è un lavoro che richiede un impegno di qualche ora e per un giorno ogni due settimane perché gli steward lavorano solamente per una sola società di calcio e come noto ogni squadra solitamente gioca una settimana in casa e una fuori casa. La professione dello steward negli stadi per le partite di calcio è regolata dal decreto ministeriale dell’8 agosto 2007 (approvato dal Ministero dell’Interno) che a sua volta fa parte del cosiddetto «Decreto anti-violenza» varato in Italia dopo la tragedia della morte dell’ispettore Raciti nel derby tra Palermo e Catania.
La norma stabilisce che chi diventa steward non deve essere stato soggetto a misure interdittive di accesso agli stadi e allo stesso tempo deve conoscere le tecniche di individuazione di soggetti sospetti e di lettura del sistema di controllo della sicurezza. Conoscenze che vengono acquisite dopo un corso di formazione al quale bisogna prendere parte prima di candidarsi per un’offerta di lavoro come steward. I corsi vengono organizzati ogni anno nelle varie Regioni per un costo che si aggira dai 100 ai 200 euro e si compongono di 20 ore di formazione teorica e di altre 22 ore di tirocinio pratico all’interno dello stadio.
Nella vicenda finita all’attenzione della magistratura tarantina, invece, gli steward avrebbe agito all’interno dello Iacovone e del Tursi in forza di requisiti mai posseduti.[mimmo mazza]