Lunedì 08 Settembre 2025 | 09:27

Mittal, l'altoforno resta acceso, protesta sindacati: «Può continuare a uccidere»

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Ilva, nel piano Mittal Marcegagliaspuntano oltre 2400 esuberi

La nota dell'Usb: «La produzione di acciaio è più importante delle vite umane»

Mercoledì 08 Gennaio 2020, 11:30

20:36

«L'Afo2 può continuare a uccidere, Il Tribunale del Riesame ha, come purtroppo immaginavamo, accolto il ricorso contro la decisione del giudice monocratico di Taranto di decretarne lo spegnimento dopo anni di mancato adeguamento alle prescrizioni di sicurezza». Lo affermano il segretario nazionale dell’Usb Sergio Bellavita e il coordinatore provinciale di Taranto Francesco Rizzo dopo la concessione della facoltà d’uso all’Altoforno 2 dello stabilimento ArcelorMittal, sequestrato nel giugno 2015 dopo l’incidente costato la vita all’operaio Alessandro Morricella.

«Una decisione sbagliata - aggiungono - che, ancora una volta, considera la produzione dell’acciaio più importante della vita delle donne e degli uomini. Complici e responsabili tutti coloro che hanno alimentato la paura delle conseguenze sociali dello spegnimento dell’Afo2 agitando lo spettro della disoccupazione se non della miseria, allo scopo di esercitare una pressione violenta sul tribunale del riesame».

Secondo Bellavita e Rizzo, «era la sentenza che il 'palazzo' attendeva per riconvocare il tavolo ArcelorMittal e stringere un nuovo accordo che riscriva in peggio quello del 2018 concedendo al magnate indiano licenziamenti; scudo penale; sconto sull'acquisto e finanziamento pubblico al capitale privato. Usb non cambia linea. Lo stabilimento siderurgico tarantino non è in condizioni di sicurezza e non rispetta il diritto alla salute dei cittadini».

EMILIANO: ORA GOVERNO INIZI DECARBONIZZAZIONE - «Per Ilva non ci accontentiamo di una sentenza del Riesame che sì, sta consentendo la prosecuzione dell’attività della fabbrica, ma con un altoforno vecchio e che rischia comunque di continuare a inquinare e a mettere a rischio la vita degli operai. Noi chiediamo al Governo di superare questa sentenza del Riesame e di iniziare immediatamente la decarbonizzazione della fabbrica». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’indomani dell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Taranto che ha accolto l’appello concedendo la proroga all’utilizzo dell’altoforno 2 dell’acciaieria ex Ilva.

«La fabbrica ha fatto morti, questo lo dice il processo in Corte di Assise nel quale siamo costituiti parte civile. Morti che si potevano evitare. La decarbonizzazione - ha detto Emiliano - abbatte a zero le fonti inquinanti delle sostanze che hanno provocato quelle morti. Corrisponde ad una sostanziale chiusura delle fonti inquinanti».

«La discussione tra Governo e Mittal deve consentire alla Regione Puglia, che ha avuto ragione, di svolgere il proprio ruolo a tutela della salute e dell’ambiente. Il presidente del Consiglio nella sua saggezza troverà la maniera di farci partecipare alla definizione del nuovo accordo». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Taranto sull'ex Ilva. "Voglio ringraziare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il segretario del mio partito, Nicola Zingaretti, - ha aggiunto Emiliano - che hanno cambiato radicalmente la posizione sulla questione Ilva, andando nella direzione indicata dalla Regione Puglia sulla decarbonizzazione. Io rivendico che questa posizione è stata tenuta solo dalla Regione Puglia per anni e che solo da qualche settimana a questa parte è diventata la posizione comune a Partito democratico e Movimento 5 Stelle, due soggetti politici che ci hanno sempre attaccato violentemente, per ragioni diverse, quando la Puglia parlava della decarbonizzazione quattro anni e mezzo fa».

PROTESTA CITTADINI PER AFO2 - Hanno mostrato un manifesto col disegno di una bara e la scritta 'A Taranto la Giustizia è morta» alcuni cittadini e rappresentanti di associazioni e movimenti che questa mattina hanno tenuto un sit-in davanti al Tribunale di Taranto per protestare contro la decisione del Riesame che ha concesso all’Ilva in As la proroga dell’uso dell’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico interrompendo le operazioni di spegnimento ordinate dal giudice monocratico Francesco Maccagnano. L’impianto è sotto sequestro dal giugno 2015 nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dell’operaio Alessandro Morricella.

Proprio al lavoratore, vittima del tragico incidente sul lavoro, è dedicato un altro cartellone esibito dai manifestanti: "Per te e per tutti i tarantini non esiste giustizia». Ed ancora, altri manifesti: «Abbiamo gli anni contati», «Save Taranto, Save Planet», «Lo Stato italiano ha fallito, lo Stato è corrotto». Presenti anche attivisti delle associazioni «Genitori Tarantini» e «LiberiAmo Taranto» e un lavoratore dell’Ilva in As, Aldo Schiedi. «Il mio dissenso - ha affermato - lo manifesto davanti al Tribunale dopo la sentenza del Riesame su Afo2, non davanti alla Raffineria Eni per il 10%». Il riferimento è al presidio messo in atto ieri da un gruppo di operai in amministrazione straordinaria aderenti all’Usb che hanno bloccato per alcune ore i cancelli del varco mezzi pesanti della raffineria per protestare contro il mancato rifinanziamento dell’integrazione salariale per i cassintegrati. «Siamo delusi - hanno detto i portavoce dei Genitori Tarantini - da chi avrebbe dovuto far valere la Giustizia». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)